Scheherazade, lo yacht ormeggiato a Marina di Carrara è di Putin? L’inchiesta della fondazione di Navalny

Lo yacht Scheherazade ormeggiato a Marina di Carrara è di Vladimir Putin? Secondo il New York Times sì. Secondo la società italiana che lo ha in gestione al porto, The Italian Sea Group no.

“In funzione della documentazione di cui dispone e a seguito di quanto emerso dai controlli effettuati dalle autorità competenti – dice la società –  lo yacht di 140 metri Scheherazade, attualmente in cantiere per attività di manutenzione, non è riconducibile alla proprietà del presidente russo Vladimir Putin”.

I finanzieri a bordo

Qualche giorno fa, racconta la Stampa, sullo yacht sono saliti alcuni finanzieri e forse anche qualche agente dell’intelligence a caccia di documenti per cercare di rintracciarne in qualche modo la proprietà. 

L’inchiesta della fondazione Anticorruzione di Alexey Navalny

E ora un’inchiesta della Fondazione Anticorruzione di Alexey Navalny sembra portare altre prove sul tavolo. Navalny, lo ricordiamo, è il leader dell’opposizione interna a Putin. Leader avvelenato e ora in carcere. Proprio oggi, anche questo va ricordato, Navalny è stato condannato ad altri nove anni di carcere.

Ma torniamo all’inchiesta. Per la Fondazione di Navalny tutto l’equipaggio è composto da russi tranne il primo capitano (britannico) e soprattutto più della metà di questi uomini sarebbero agenti del Fso, quello che possiamo definire il servizio segreto presidenziale. 

Le parole del sindaco di Carrara

“Ho avuto un breve confronto con la proprietà del cantiere – spiega il primo cittadino di Carrara, Francesco De Pasquale – che ha ribadito quanto affermato già lo scorso 10 marzo” ovvero che “in funzione della documentazione di cui dispone e a seguito di quanto emerso dai controlli effettuati dalle autorità competenti, lo yacht di 140 metri Scheherazade, attualmente in cantiere per attività di manutenzione, non è riconducibile alla proprietà del presidente russo Vladimir Putin”.

“I vertici di The Italian Sea Group – conclude De Pasquale – mi hanno assicurato di aver messo a disposizione tutto il materiale necessario alle indagini. La disponibilità della proprietà del cantiere e lo scrupoloso lavoro delle nostre autorità sono una garanzia per tutti noi e sono certo che questa vicenda è stata e sarà gestita con l’attenzione e la serietà che merita. Come amministrazione comunale non abbiamo alcuna giurisdizione in materia ma, da pacifista convinto e da obiettore di coscienza, voglio cogliere anche questa occasione per condannare ancora una volta quanto sta accadendo in Ucraina dove è in corso una guerra che mina i valori fondanti della nostra Europa”.

 

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