Stop allo sci, la Piana di Vigezzo non si ferma: impianti aperti nonostante il blocco di Speranza Stop allo sci, la Piana di Vigezzo non si ferma: impianti aperti nonostante il blocco di Speranza

Sci, la Piana di Vigezzo non si ferma: impianti di risalita aperti nonostante il blocco del governo

Lo stop allo sci fino al 5 marzo non ferma la Piana di Vigezzo, a 1.720 metri di quota nel Comune di Craveggia (Verbano-Cusio-Ossola), in val Vigezzo, alta Ossola. Nonostante la decisione del ministro Roberto Speranza annunciata domenica sera, alla vigilia di quello che avrebbe dovuto essere il giorno di riapertura degli impianti, i gestori della stazione sciistica hanno deciso di riaprire comunque.

“Ancora venerdì la Regione ci aveva assicurato l’apertura e noi abbiamo predisposto tutto, in sicurezza, per riaprire. E così lo abbiamo fatto”, ha spiegato all’Ansa Luca Mantovani, uno dei titolari della società che gestisce gli impianti nella valle piemontese a ridosso del Canton Ticino.  

Aggiornamento ore 13:54

Palazzo Chigi: “Stop allo sci deciso da tutto il governo”

Nelle stesse ore da Palazzo Chigi si chiarisce: la decisione sugli impianti di sci è stata condivisa nel governo. Le stesse fonti rimandano alla nota diffusa dal ministero della salute in cui si ricorda che “il provvedimento tiene conto dei più recenti dati epidemiologici comunicati venerdì 12 febbraio dall’Istituto Superiore di Sanità, attestanti che la variante VOC B.1.1.7, detta variante inglese e caratterizzata da maggiore trasmissibilità, rappresenta una percentuale media del 17,8% sul numero totale dei contagi. La preoccupazione per la diffusione di questa e di altre varianti del virus SARS-CoV-2 ha portato all’adozione di misure analoghe in Francia e in Germania”. Nella nota della Sanità si ricorda che sono previsti, “al più presto”, ristori per il settore.  

Stop allo sci, non solo Piana di Vigezzo: le altre proteste 

Ma quella della Piana di Vigezzo non è certo l’unica protesta contro la decisione in extremis del governo. A Pian Munè, piccola stazione sciistica della valle Po, questa mattina il gruppo al completo della “Dodonix”, la società che gestisce i rifugi della zona e gli impianti di risalita, si è presentato alla stazione di partenza della seggiovia per esprimere tutto il rammarico per la mancata riapertura.

A Bardonecchia, in Piemonte, è stato organizzato per lunedì pomeriggio un flash mob contro lo stop allo sci. Alla mobilitazione parteciperà anche Marco Bussone, presidente dell’Uncem, l’Unione nazionale comuni comunità enti montani.

Stessa linea da parte degli albergatori valdostani: “Questa volta la misura è colma. Ritengo assolutamente vergognose e irrispettose la modalità con cui il ministro Speranza ha operato”, la critica di Filippo Gérard, presidente dell’Associazione degli albergatori valdostani.

Coldiretti: danni per 10 miliardi di euro

Intanto da Coldiretti arriva la stima sui danni economici dovuti alla chiusura degli impianti sciistici: il blocco anche nell’ultima parte della stagione è destinata ad avere effetti non solo sulle piste da sci ma sull’intera economia che ruota intorno al turismo invernale che ha un valore stimato prima dell’emergenza Covid tra i 10 e i 12 miliardi di euro all’anno tra diretto, indotto e filiera. Questa la stima della Coldiretti in riferimento al nuovo rinvio della riapertura allo sci in zone gialle deciso dal Ministro della Salute Roberto Speranza dopo il nuovo pronunciamento del Comitato tecnico scientifico.  

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