Scilipoti in una foto d'archivio Ansa Scilipoti in una foto d'archivio Ansa

Scilipoti, da responsabile a consulente per la sanità siciliana: “Il mio è un ruolo tecnico”

ROMA – Domenico Scilipoti, il responsabile passato alla storia per esser passato da Antonio Di Pietro a Silvio Berlusconi, diventa consulente per la sanità siciliana.

“Il ritorno di Scilipoti” scrive Felice Cavallaro del Corriere della Sera.

“Ma adesso – scrive Cavallaro – è il governo di centrodestra della Regione siciliana, anzi il braccio destro di Nello Musumeci, l’assessore Ruggero Razza, a dare linfa vitale a questo vulcanico protagonista ancora sorpreso che il suo cognome sia per qualcuno sinonimo di voltagabbana”.

“Lo dice chi non conosce la mia vera storia – replica Scilipoti –  Mollando Italia dei Valori, sono stato in standby per un po’ senza fare da puntello a nessuno perché impegnato per il momento a tempo pieno sul fronte della sanità”.

 In tempi di campagna elettorale, già avviata in diversi comuni siciliani dopo lo stop imposto dal Covid, scrive ancora Cavallaro, “molti sospettano che la manovra celi un do un de» in vista di qualche pacchetto-voti da spostare”.

“La politica non c’entra niente – replica ancora una volta Scilipoti – Il mio è un ruolo tecnico.

Si legga il mio curriculum per capire quanto io possa essere utile per il compito a me chiesto.

Se poi mi si chiede se faccio politica, rispondo che non c’è una vita prima e una vita dopo, che la vita è sempre la stessa, che l’impegno per il bene comune prosegue, come è accaduto nel 2018, da quando sono il primo dei non eletti in Parlamento per Forza Italia in Puglia”.

“Perché tante domande? – continua – La storia è semplice: il mio rapporto con la Regione deriva da una scelta professionale, non politica.

E basta con questa storia della transumanza da un partito all’altro”.

Proprio in questi giorni si è tornato a parlare di responsabili.

Ce ne vogliono con il premier Conte? Che cosa consiglierebbe a Berlusconi?

“Io cerco di essere un valore aggiunto per Forza Italia.

Tutte le forze trasversalmente dovrebbero dare una mano di aiuto.

Ma lo dico senza essere dentro il Parlamento, occupandomi di altro.

E se le idee contrastano è difficile. Chiedete al Cavaliere.

Io vorrei lavorare in silenzio, usando saggezza, mitezza e serenità”. (Fonte: Il Corriere della Sera).

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