Sciopero dei trasporti, città bloccate

ROMA, 22 LUG – Metro ferme, molti bus e tram nei depositi e numerosi treni cancellati. E' stato un venerdi' di forti disagi per chi doveva muoversi con i mezzi pubblici a causa della massiccia adesione allo sciopero di 24 ore proclamato da Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugltrasporti, Orsa Trasporti, Faisa e Fast a sostegno della vertenza per il nuovo contratto della mobilita' che riguarda 116mila autoferrotranvieri.

Per i sindacati l'adesione ha raggiunto punte del 97%, e nelle Ferrovie del 73% sino all'85% nel settore della manutenzione. Numeri, questi ultimi, molto divergenti da quello dell'azienda che a fine protesta ha indicato il 20% perche' sono stati garantiti i treni di media e lunga percorrenza, i Frecciarossa e i regionali di fascia protetta. Dal fronte del trasporto pubblico locale – il cui stop e' stato articolato in orari differenti nelle citta' e ieri ha riguardato i servizi extraurbani – l'associazione delle imprese Asstra non ha fornito dati ma ha parlato di ''settore al tracollo'' e sottolineato che ''la vera posta in gioco per i lavoratori non sono solo gli aumenti in busta paga ma il mantenimento stesso del posto di lavoro''.

I sindacati rivendicano il successo dello sciopero e accusano le Ferrovie di sottostimare, come al solito, i dati di adesione. Comprendono i disagi degli utenti, con i quali si scusano, ma accusano Governo, enti locali e Regioni di ''ingiustificabile indifferenza'' e per l'ingente taglio delle risorse per il trasporto locale avvertendo che ''senza un rapido intervento la vertenza potra' inasprirsi dal prossimo settembre''. Fra le soluzioni proposte dalle organizzazioni sindacali, il taglio dei costi del sottobosco della politica locale tramite la riduzione delle attuali 1.200 aziende del trasporto locale. Ma la responsabilita' dei disagi per lo stop di bus, metro e tram viene attribuita dai sindacati anche alle associazioni datoriali (Asstra e Anav) che da oltre trenta mesi ''si sono arroccate su posizioni miopi e settoriali non dando alcuna risposta'' ne' sul fronte normativo ne' su quello economico. La protesta ha origine da un ritardo di quasi tre anni nel rinnovo contrattuale e punta a raggiungere un accordo sul contratto unico della mobilita' per assicurare regole certe per tutti i lavoratori e le imprese dei trasporti pubblici e ferroviari. Contratto sul quale e' in corso da due anni un confronto al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti a cui viene chiesto un intervento con atti politici rapidi e soprattutto risolutivi. Dalla politica, il Pd parla di Paese bloccato e governo assente, Idv e Verdi di settore mortificato dai tagli.

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