Sciopero in Sardegna, 20 mila in piazza

CAGLIARI, 13 MAR – La Sardegna che produce, quella delle grandi industrie, ma anche degli artigiani e di chi offre i servizi alle attivita' produttive, si e' fermata oggi per il quarto sciopero generale nell'Isola dal 2009 targato Cgil, Cisl e Uil. Occupazione e sviluppo le parole d'ordine della manifestazione che ha portato in corteo a Cagliari almeno 20 mila persone, sullo sfondo il confronto serrato tra sindacati e governo sulla riforma del mercato del lavoro. Ma anche le emergenze internazionali: ad aprire il corteo, infatti, un grande striscione portato solo dalle donne con la scritta ''Rossella libera'', per Rossella Urru, la giovane cooperante sarda rapita ad ottobre in Algeria e ancora nelle mani dei sequestratori.

Per la quarta volta in tre anni – la seconda in quattro mesi – i sindacati confederali hanno sottoposto alla politica nazionale e regionale il problema del lavoro che manca, quello precario e quello che viene perduto. Tra le emergenze sono state ricordate le vertenze dell'Eurallumina e dell'Alcoa, aziende della filiera dell'alluminio, entrambe nel Sulcis, che rischiano la chiusura. I piu' agguerriti nel corteo sono stati proprio i lavoratori dell'Alcoa di Portovesme: momenti di tensione si sono vissuti prima con un 'assalto' pacifico ma rumoroso al Palazzo del Consiglio regionale, con i caschetti degli operai battuti contro le vetrate, poi con un blitz a fine mattinata nella sede dell'Enel. La vertenza Alcoa, infatti, e' fortemente condizionata dal nodo delle tariffe energetiche: senza un accordo bilaterale con i fornitori di energia nessun potenziale acquirente potra' mai rilevare lo stabilimento di Portovesme e subentrare agli americani. In piazza con i lavoratori ha sfilato anche il segretario generale della Uil Luigi Angeletti. Il suo comizio finale in piazza del Carmine e' stato disturbato dalla contestazione sull'art. 18 di un gruppo di militanti del Pcl. ''Per lui applausi convinti e solo sparuti dissensi di un movimento politico'', hanno tenuto a precisare i leader sardi di Cgil, Cisl e Uil, Enzo Costa, Mario Medde e Francesca Ticca. ''Lo sciopero – hanno chiarito – e' perfettamente riuscito e l'unita' sindacale ne e' uscita rafforzata''.

Nel mirino della protesta il Governo e la Regione per l'incapacita' di aggredire la crisi e dare risposte alla domanda crescente di lavoro. Il governatore Ugo Cappellacci, chiamato piu' volte in causa, ha pero' teso la mano ai sindacati invocando il dialogo e annunciando a breve la ripresa del confronto per un'azione condivisa. Un passaggio cruciale, quello del recupero delle parti sociali, nel giorno in cui si e' insediato a Roma il tavolo tecnico Stato-Regione per affrontare i tanti nodi ancora aperti della vertenza Sardegna.

Gestione cookie