Sciopero infermieri 3 novembre, Nursind: “Saltati 30mila interventi”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 3 Novembre 2014 - 14:41 OLTRE 6 MESI FA
Sciopero infermieri 3 novembre, Nursind: "Saltati 30mila interventi"

Sciopero infermieri 3 novembre, Nursind: “Saltati 30mila interventi”

ROMA – Gli infermieri incrociano le braccia il 3 novembre per lo sciopero nazionale e scendono in piazza Montecitorio per manifestare. Sono 30 mila gli interventi saltati, secondo il bollettino del sindacato Nursind, che parla di disagi negli ospedali italiani.

Da Milano a Catania da Roma a Pisa, continuano a giungere “dati incoraggianti” sulle adesioni allo sciopero, anche se, spiega Andrea Bottega, segretario del sindacato degli infermieri Nursind “è ancora presto per avere una stima complessiva”.

“A Caltanissetta abbiamo avuto una partecipazione massiccia”, spiega Salvatore Vaccaro dirigente nazionale Nursind,

“all’ospedale Sant’Elia abbiamo avuto 300 adesioni su 500 infermieri. In altre parti della Sicilia ci dicono che sono state bloccate molte sale operatorie e rimandati molti interventi programmati”.

Presso l’azienda ospedaliera universitaria pisana, spiega Daniele Capuozzo segretario amministrativo nazionale Nursind,

“su 52 sale operatorie ce ne sono 30 bloccate. E’ bloccato il day hospital oncologico, l’emodinamica, l’ambulatorio cardiologico, i servizi psichiatrici”.

Molti poi sono gli infermieri che avrebbero voluto partecipare ma non hanno potuto farlo, secondo il segretario Nursind dell’ospedale Spallanzani di Roma, Adriano De Iuliis:

“Molti colleghi, madri e padri di famiglia, non possono rinunciare ad un giorno di lavoro e a 50 euro in busta paga. Questo fa capire quanto sia critica la situazione dal punto di vista degli stipendi”.

Bottega ha poi lanciato un appello al premier Matteo Renzi:

“Al Premier Renzi chiediamo di rimettere il lavoro al centro della politica. Non è quello che sta accadendo, purtroppo, con questa Legge di stabilità. Chiediamo dignità per la nostra professione. Da anni lavoriamo con turni massacranti per il mancato turno over di chi va in pensione mentre oltre 25.000 giovani infermieri sono oggi senza lavoro. E, a fronte dei sacrifici che ci vengono richiesti, i nostri stipendi sono fermi al 2009”.

E ha concluso:

“Abbiamo avuto adesioni in tutte le maggiori città italiane e negli ospedali sono garantite solo le urgenze, i disagi per i pazienti, inevitabilmente collegati, sono il necessario prezzo da pagare. Chiedere condizioni di lavoro più dignitose significa battersi anche per un Servizio Sanitario che sia realmente universalistico e in grado di curare chi ne ha bisogno”.