Sciopero Mediaset, a rischio il Grande Fratello

Pubblicato il 11 Gennaio 2010 - 13:05 OLTRE 6 MESI FA

Dopo il primo giorno di sciopero nella storia di Mediaset, c’è il dubbio che alcune trasmissioni andranno in onda: il 10 gennaio, giorno in cui è cominciata l’agitazione, tutti i programmi sono stati regolarmente trasmessi.

Tra i programmi maggiormente a rischio c’è il Grande Fratello, previsto la sera dell’11 gennaio. Nella giornata precedente, il Tg5 delle 20 è andato in onda, ma i giornalisti hanno ritirato le proprie firme.

Lo sciopero è stato proclamato dai sindacati della comunicazione di Cgil, Cisl e Uil contro la cessione del ramo d’azienda che riguarda la sartoria, il trucco e l’acconciatura.

Durante la prima giornata di contestazione, i lavoratori hanno formato piccoli presidi di protesta davanti agli studi di Roma e di Cologno Monzese.

Secondo Emilio Miceli, segretario generale della Slc/Cgil nazionale, «l’azienda sta tentando in tutti i modi di mantenere la programmazione e lo sta facendo usando anche mezzi dubbi sul piano della legittimità, tali da rendere possibile il ricorso per attività antisindacale».

Miceli parla di «collaboratori occasionali mobilitati, dirigenti e quadri aziendali comandati a mansioni diverse al solo scopo di raffigurare una normalità che non c’è né nei tg né nel format pomeridiano».

Nel corso dell’edizione delle 13 del Tg5 del 10 gennaio, il Comitato di Redazione ha letto un comunicato di solidarietà nei confronti dei lavoratori in sciopero.

Non sono mancate le polemiche anche sul fronte politico: Vincenzo Vita del Pd ha sottolineato che «fa specie che proprio una dirigente sindacale come Renata Polverini, candidata alla Regione Lazio, abbia rilasciato una lunga intervista al Tg5 nel giorno dello sciopero dei lavoratori del gruppo».

Per il senatore «forse distratta, forse disattenta, certo la Polverini poteva evitare una simile e sgradevole gaffe». Per Maurizio Zipponi, responsabile lavoro e welfare dell’Italia dei valori «lo sciopero di oggi, pur riguardando per Mediaset un numero limitato di persone, un sintomo che segnala, anche per l’azienda di Berlusconi, una nuova fase di destrutturazione attraverso processi di esternalizzazione».

Per questo Giuseppe Giulietti, portavoce di Articolo 21, ha chiesto che «il governo che ha già fatto tante norme a favore delle proprietà del presidente potrebbe oggi attraverso il ministro del lavoro chiedere al presidente editore di invitare i dirigenti della sua azienda a ritirare i provvedimenti che hanno determinato la proclamazione dello sciopero odierno. Sarebbe un bel gesto davvero degno di un sedicente partito dell’amore».