Sciopero di medici e veterinari: adesioni fino all’80%, 40mila interventi saltati

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Sciopero di medici e veterinari: adesioni fino all’80%, 4omila interventi saltati

ROMA – Manifestazioni, sit-in e sciopero dei medici e dei veterinari in tutta Italia per protestare contro il “sottofinanziamento” della Sanità pubblica e per chiedere nuove assunzioni ed il rinnovo del contratto scaduto ormai da otto anni.

Lo sciopero nazionale di martedì 12 dicembre ha raggiunto un’adesione oltre le aspettative degli stessi sindacati promotori, con punte dell’80%, mentre negli ospedali sono saltati circa 40mila interventi chirurgici programmati e migliaia di visite specialistiche.

Una rivendicazione che vede il ministro della salute, Beatrice Lorenzin, schierata a fianco dei medici, che ”fanno sciopero – sottolinea – perché hanno il timore che la Conferenza Stato-Regioni non attui il rinnovo del contratto. Credo che dopo tanti anni sia giusto che il rinnovo del contratto avvenga, soprattutto per i medici ospedalieri. Questa, quindi, è una vertenza che assolutamente va presa in considerazione”.

”La Sanità pubblica “è in piena emergenza”, afferma il segretario nazionale del maggiore dei sindacati dei medici dirigenti, l‘Anaao-Assomed, Costantino Toise, sottolineando il “grande successo” dello sciopero e ribadendo il ‘no’ della categoria a “condizioni di lavoro non più accettabili”.

Il blocco per una giornata di “40.000 interventi chirurgici non urgenti e di centinaia di migliaia di visite specialistiche ed esami, per quanto fonte di disagio per i cittadini – evidenzia – è servito per cercare di evitare un blocco totale e definitivo della sanità pubblica”. E l’adesione è stata alta, avvertono le organizzazioni mediche, “nonostante la reiterazione, in queste ore, di numerosissimi comportamenti antisindacali per impedire il diritto di sciopero, messi in atto da certe Amministrazioni”.

Il punto, ribadiscono, è che “l’insufficienza di risorse economiche rende ormai difficile mantenere i risultati di salute conseguiti, che già manifestano le prime crepe con la riduzione degli anni di buona salute nella fascia di età over 65, con l’aumento della spesa privata, che ormai lega il diritto alla salute al censo, con l’eccezionale incremento di diseguaglianze territoriali”. Infatti, attacca il segretario nazionale della Fp Cgil Medici e Dirigenti Ssn, Andrea Filippi, “il grande assente nella legge di Bilancio è proprio la Sanità”.

Un malessere, quello dei camici bianchi, che ha dato vita ad oltre 50 sit-in e manifestazioni dal Nord al Sud: a Roma, i medici hanno manifestato davanti al ministero dell’Economia con cartelloni che riportavano un messaggio chiaro, ‘Senza i medici restano solo i miracoli’. Infatti, “negli ultimi 20 anni non si sono ristrutturati i servizi mentre abbiamo perso – evidenziano i sindacati – oltre 9.000 medici”.

A fronte di ciò, affermano ancora le organizzazioni, “colpisce il distacco della politica” e forte è la delusione anche per il mancato incontro con il governo: “Da una parte il governo ci dice che ci appoggia ma dall’altra non ci riceve, come è successo oggi. C’è mutismo – afferma Filippi – ma noi continueremo comunque imperterriti nella nostra battaglia”.

Appoggio ai medici è arrivato dalla leader della Cgil, Susanna Camusso, e da Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana ed esponente di Liberi e Uguali. Il governo, ha affermato Rossi su Facebook, “favorisce la sanità privata a scapito di quella pubblica. Oggi scioperano i medici contro un governo che non rinnova i contratti, non finanzia adeguatamente la sanità e lascia che esploda la libera professione a pagamento. Però incentiva le mutue e il welfare aziendale e favorisce la sanità privata”.

Dallo sciopero dei medici, afferma anche Pierluigi Bersani, deputato Mdp ed esponente di Liberi e Uguali, “viene un grido di allarme che va condiviso”. Ed attacca il ministro Lorenzin il Movimento 5 Stelle: “E’ la prima responsabile del definanziamento attuato dagli ultimi governi e che sta sgretolando l’universalismo del Servizio”.

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