Sciopero scuola: milioni di studenti a casa, prof in piazza, 7 cortei in 7 città FOTO, VIDEO

ROMA – Sette cortei per sette città. Insegnanti e alunni scendono in strada ad Aosta, Milano, Roma, Palermo, Cagliari e Catania per manifestare contro “La Buona Scuola” del ministro Stefania Giannini e del governo Renzi. Il 5 maggio lo sciopero della scuola paralizzerà le piazze italiane con cortei a cui, come era già stato annunciato, l’adesione sarà alta. Migliaia di professori e studenti in piazza e milioni di bambini e ragazzi che restano a casa, con le scuole chiuse e le aule vuote.

Una buona scuola che, secondo docenti e sindacati, tanto buona poi non è: il governo promette l’assunzione di 100mila nuovi docenti, ma poi affida tutti i poteri ai dirigenti scolastici, una misura che per chi manifesta potrà solamente peggiorare una situazione, quella della scuola, già decisamente critica. Così dopo 7 anni i cinque sindacati della scuola scioperano uniti e compatti, dando vita ad una manifestazione nelle piazze italiane che porterà insegnanti e studenti uniti a lottare per avere una scuola che sia davvero buona e per tutti.

A Roma il corteo è partito da piazza della Repubblica, preceduto da alcuni flash mob degli studenti: “siamo in centomila”, hanno detto gli organizzatori. Corteo anche a Bolzano, dove oggi è atteso il premier Renzi per un incontro di partito. Agnese Renzi, insegnante a Pontassieve, la mattina del 5 maggio sta svolgendo regolarmente le sue lezioni. Il ministro Giannini, in una intervista a Qn, ha definito lo sciopero “politico”, “senza presupposti” e legato a “strategie elettorali”, accusando i sindacati di essere su “posizioni antiche”. In una intervista a Radio 24, ha poi sottolineato che, se da sette anni non c’era uno sciopero generale del comparto, è perché “da sette anni non ci si occupava di scuola per cambiarla”.

Il ministro ha poi parlato della mancata assunzione degli idonei usando una metafora: “Una cosa è avere la patente, una cosa è acquistare la macchina”, precisando che “non hanno vinto un concorso”. Mentre riferendosi agli sgravi fiscali per le famiglie che mandano i figli alle scuole paritarie, ha affermato che “equivale a riconoscere la libertà educativa”. Della contestata figura dei presidi prevista dalla riforma ha parlato invece, a Radio anch’io, il sottosegretario Davide Faraone, per dire che

“sul ruolo del dirigente scolastico il governo non torna indietro. Abbiamo rafforzato sì il ruolo del collegio dei docenti e del consiglio d’istituto, ma il ruolo del preside-sindaco non è in discussione”.

Tra i primi commenti politici allo sciopero, quello del parlamentare Pd Pippo Civati, in piazza a Roma, secondo il quale

“questo è uno sciopero non politico, perché la politica non rappresenta più nessuno, perché il Pd ha tradito i suoi impegni elettorali e ha fatto una riforma della scuola lontanissima dalla nostra cultura politica”.

Con lui anche Stefano Fassina, che, riferendosi ai presidi, sostiene che “la scuola non può essere una caserma con un capo che comanda”. In corteo a Roma anche Susanna Camusso, segretario della Cgil:

“Si trasforma la scuola in una scuola che vale solo per quelli che hanno condizioni agiate, mentre invece il grande tema è quello di una scuola pubblica che contrasti la dispersione”.

Furlan della Cisl, in piazza a Milano, ha detto che “questa riforma l’ho letta bene, non mi piace”, mentre Barbagallo, della Uil, ha affermato che la scuola italiana “non ha bisogno di podestà”, ma di essere “pubblica, libera e democratica”. E intanto i Cobas, manifestando autonomamente sotto il Miur, sottolineano:

“Sarà il più grande sciopero della storia della scuola italiana, è la prima volta che i sei principali sindacati scioperano insieme”.

I cortei la mattina del 5 maggio sono partiti ad uno ad uno nelle 7 città principali e anche in altre città italiane. I manifestanti si sono radunati  in Piazza Chanoux ad Aosta, dove alle 9,30 è iniziato il corteo. Cortei anche a Genova e Torino.

A Roma si sono dati appuntamento professori e studenti di Abruzzo, Campania, Lazio, Marche, Molise, Toscana, Umbria: alle 9,30 da Piazza della Repubblica è partito il corteo che ha sfilato per Via V.E. orlando, L.go S. Susanna, Via Barberini, Piazza Barberini, Via Sistina, Piazza Trinità dei Monti, Viale Trinità dei Monti, Via G. D’Annunzio ed è arrivato a Piazza del Popolo, dove un palco sta ospitando gli interventi.

La manifestazione contro la riforma della scuola proposta ha provocato forti disagi alla circolazione nella Capitale. Traffico in tilt o fortemente rallentato intorno a Piazza della Repubblica, da dove è partito il corteo, e in generale in tutte le strade del centro, alcune chiuse per permettere il passaggio dei manifestanti. Forti ripercussioni anche a Piazza del Popolo, dove è arrivato il corteo poco dopo le 10,30.

A Milano invece si sono dati appuntamento i manifestanti di Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Piemonte, Trentino, Veneto: dopo l’incontro alle 9,30 in Piazza Repubblica, proprio davanti la stazione centrale, alle 10 il corteo è partito passando per  V.le M.te Santo, Via G. Galilei, Via M.te Santo, P.ta Nuova, XXV Aprile, F. Crispi, P.ta Volta, Piazza Lega Lombarda, V.le Elvezia, Via G. Bayron, Via A. Bertani, Corso Sempione con arrivo all’Arco della Pace, dove sono iniziati gli interventi dal palco-

A Bari sono arrivati da Basilicata, Calabria e Puglia e dopo il concentramento delle delegazioni alle 9 in Piazza Castello, il corteo è  partito alla volta di Via S. Francesco d’Assisi, Via Latilla, Via Quintino Sella, Via A. Gimma, Corso Cavour, Corso Vittorio Emanuele fino a raggiungere Piazza Prefettura, dove si svolge il comizio conclusivo.

Doppio appuntamento invece in Sicilia. I cortei infatti si tengono a Catania, che ha riunito i manifestanti di Caltanissetta, Catania, Enna, Messina, Ragusa e Siracusa che sono partiti da Piazza Europa alle 9 passando da Corso Italia, Piazza Verga per arrivare a Piazza Roma dove si svolgono i comizi.

Altro corteo invece si sta svolgendo a Palermo, con riuniti i manifestanti di Agrigento, Palermo e Trapani, che dopo l’incontro alle 9 in Piazza Marina sono partiti alla volta di Corso Vittorio, Via Roma, Via Cavour per arrivare a Piazza Verdi (Teatro Massimo) dove si stanno svolgendo i comizi.

Docenti e studenti di tutta la Sardegna invece si sono incontrati a Cagliari alle 9,30 in Piazza Giovanni XXIII, da dove è partito il corteo che sta passando per Via Dante, Via Paoli, Via Sonnino, Via XX settembre, Via Roma, Via Sassari, fino all’arrivo in Piazza del Carmina, dove sono iniziati gli interventi. Al fianco di studenti e insegnanti sono arrivati a protestare anche gli operai di Sulcis.

I percorsi dei cortei città per città.

Il corteo di Milano e quello di Roma.

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