Sciopero tir: anche Coca-Cola Italia si ferma. L’Ue contro i “forconi”

ROMA – Le interruzioni della libera circolazione delle merci, uno dei principi fondamentali sanciti dal trattato dell’Unione europea, sono proibite fra gli Stati dell’Ue. Lo ha ribadito il vicepresidente Ue Antonio Tajani in una conversazione telefonica con il ministro degli Interni Anna Maria Cancellieri. “Nel caso di simili interruzioni – si legge in una nota in cui Tajani sintetizza la telefonata – lo stato deve informare la Commissione dell’azione che le sue autorità hanno preso o intendono prendere perchè il libero movimento delle merci sia assicurato”.

Anche se le condizioni delle strade italiane sono in miglioramento dopo l’accesa protesta dei tir, Tajani ha detto che la Commissione europea “continuerà a controllare da vicino la situazione”, aggiungendo che “la Commissione e le autorità italiane stanno ora lavorando insieme per rimuovere gli ostacoli restanti”. La situazione ”si sta lentamente risolvendo, piano piano si sta tornando alla normalità”, riferisce all’Ansa Federdistribuzione, sulla base del monitoraggio sulla circolazione e consegna delle merci alla grande distribuzione. ”Confidiamo che in un paio di giorni – dice l’organizzazione – si possa risolvere completamente”.

A causa del blocco dei tir però, dopo Fiat anche Coca-Cola Italia è costretta a fermare la produzione negli impianti di produzione di Marcianise (Caserta) e Rionero in Vulture (Potenza). Una scelta, spiega in una nota la multinazionale americana, dettata dall’impossibilità di ricevere le materie prime per la produzione di bevande gassate e per l’imbottigliamento di acqua minerale e poter permettere il normale deflusso dei prodotti dai magazzini.

A garanzia del mantenimento dei livelli occupazionali, tutela del servizio al consumatore, e nel rispetto nei confronti degli impegni con i clienti, “Coca-Cola HBC Italia auspica di poter riprendere quanto prima l’attività produttiva”. La Fiat di Cassino è al terzo giorno di fermo consecutivo. E, secondo una denuncia della Coldiretti, “sono almeno centomila i lavoratori impegnati nella raccolta, nel confezionamento, nel magazzinaggio e nella trasformazione dei prodotti alimentari deperibili come i fiori e la frutta e la verdura che non hanno potuto recarsi al lavoro a causa del blocco alla circolazione provocato dallo sciopero dei Tir che non ha fermato purtroppo soltanto la Fiat”.

“Bisognerebbe con qualche serenità ragionare sul fatto che è giusta e legittima la protesta, ma le forme e i modi devono sempre essere quelli che guardano all’esistenza collettiva del Paese”, ha affermato il segretario della Cgil, Susanna Camusso, a proposito delle proteste spontanee di diverse categorie. A proposito delle liberalizzazioni “si fa fatica a capire perchè per qualcuno questo è un tema tale da bloccare il Paese”, ha aggiunto.

Ressa e transenne: piazza del Carmine, a Napoli, affollata giovedì mattina per l’iniziativa di Coldiretti che ha distribuito gratis frutta e ortaggi, prodotti rimasti invenduti a causa del blocco dei Tir e che rischiavano di marcire nei depositi dei produttori agricoli. Agrumi, mele e verdure sono stati consegnati ai tanti che si sono presentati in piazza.

La mancanza di benzina che si sta registrando da giorni nei distributori di Napoli e provincia ha addirittura spinto ignoti ad approvvigionarsi del carburante rubandolo dai motorini in dotazione all’ufficio postale. E’ successo a Caivano, nel Napoletano. Giovedì mattina la direttrice dell’ufficio in via Pietro Rosano ha denunciato ai Carabinieri che durante la notte ignoti avevano rubato la benzina dai serbatoi dei venti ciclomotori in dotazione alle Poste, parcheggiati nel cortile antistante l’ufficio. Il furto della benzina ha provocato ripercussioni sulla consegna della corrispondenza che ha subito uno stop.

A Roma la Guardia di Finanza ha ricevuto segnalazioni di distributori che vendevano benzina anche a 2 euro al litro. “Pizzicate”, invece, stazioni di servizio che vendevano il carburante a 1,87 euro al litro, dieci centesimi in più rispetto al prezzo esposto sul cartello all’esterno dell’esercizio. Al termine dei controlli di oggi, in città e provincia, le Fiamme Gialle hanno elevato 29 sanzioni tra i 546 e i 2.043 euro.

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