TERAMO – Davide Rosci, condannato a 6 anni di carcere per gli scontri a Roma del 15 ottobre 2011, ha annunciato lo sciopero della fame. Rosci ha spiegato in una lettera di aver visto “la vera faccia della giustizia italiana, quella manipolata dai poteri forti dello Stato, quella che si potrebbe tranquillamente definire sommaria”.
Nella lettera in cui spiega la sua protesta il giovane scrive: “Ieri ho visto la vera faccia della giustizia italiana, quella manipolata dai poteri forti dello Stato, . Quando sono stato arrestato il 20 aprile scorso, dissi che ero sereno; ciò che mi portava ad esserlo era la fiducia che riponevo nella giustizia. Mi sbagliavo”.
Il 33enne di Teramo conferma di aver iniziato lo sciopero della fame e afferma di voler ”percorrere la via più estrema per far sì che nessun’altro subisca quello che ho dovuto subire io e pertanto così come fece Antonio Gramsci, durante la prigionia fascista, anche io resisterò fino allo stremo per chiedere l’abolizione della legge di devastazione e saccheggio, la revisione del codice Rocco e che questo sistema repressivo venga arginato”.
Rosci scrive che si tratta di una ”giustizia che mi condanna a pene pesantissime solo per esser stato fotografato nei pressi dei luoghi dove avvenivano gli scontri. Avete capito bene – puntualizza – ieri sono stato punito non perché immortalato nel compiere atti di violenza o per aver fatto qualcosa vietato dalla legge, ma per il semplice fatto che io fossi presente vicino al blindato che prende fuoco”.
”Non tiro una pietra, non rompo nulla, non mi scaglio contro niente di niente – prosegue – Mi limito a guardare il mezzo in fiamme in alcune scene, e in un’altre ridere di spalle al suddetto. Tali “pericolosi” atteggiamenti, mi hanno dapprima fatto guadagnare gli arresti domiciliari (8 mesi) ed ora anche una condanna (6 anni) che definirla sproporzionata sarebbe un eufemismo”.
E allora, insiste Rosci ”Permettetemi allora di dire che la giustizia fa schifo, così come fa schifo questo “sistema” che, a distanza di anni e anni, dopo una lotta di Liberazione, concede ancora la possibilità ai giudici di condannare gente utilizzando leggi fasciste. Si, devastazione e saccheggio è una legge di matrice fascista introdotta dal codice Rocco nel 1930, che viene sempre più spesso riesumata per punire dissidenti e oppositori politici solo perché ritenuti scomodi e quindi da annientare”, conclude Rosci.