Scuola: 100mila insegnanti assunti nel 2015, ma serve un miliardo

Scuola, 100mila insegnanti assunti nel 2015
Foto d’archivio

ROMA – Centomila precari assunti, in cattedra il prossimo anno, dal primo settembre 2015. Centomila nuovi insegnanti a tempo indeterminato, alle elementari, medie, e superiori. E’ la parte buona della rivoluzione scuola, quella che va a contrasto con la parte più dolorosa, quella sui supplenti. “Dobbiamo eliminare le supplenze, agente patogeno del sistema scolastico, batterio da estirpare”, aveva detto il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini.

E quindi cosa ne sarà dei supplenti? Sono 120 mila, più ventimila tra bidelli e segretarie: costano quasi un miliardo all’anno e lavorano per coprire i buchi nell’organico della scuola. Supplenti che Matteo Renzi e Stefania Giannini vorrebbero trasformare in nuovi assunti. Gianna Fregonara sul Corriere della Sera spiega che di fatto i supplenti si alternano in un posto che potrebbe essere fisso:

Quello che vorrebbero provare a fare al Miur è trasformare una parte di questi docenti in organico di funzione, cioè assunti ma senza cattedra a disposizione dei presidi magari di più scuole vicine sul territorio. Finché la cattedra resta disponibile dunque non cambierà il supplente di anno in anno e gli studenti potranno avere lo stesso prof, poi si potrà accedere ad altri posti.  

Ma per assumere a tempo indeterminato 100mila insegnanti, bisogna prima trovare i fondi per far sì che il “pacchetto scuola” diventi realtà. Occorre più di un miliardo, e Renzi, che ha la scuola tra le priorità del governo, è sicuro di trovarlo, e venerdì dopo il Cdm ci dirà come e dove.

I centomila precari saranno presi dalle Gae (le Graduatorie a esaurimento che oggi ospitano 155 mila aspiranti insegnanti) e vincitori dell’ultimo “concorsone” rimasti ancora fuori dall’insegnamento (altri novemila) e li porterà in cattedra, a ruolo, definitivamente. Centomila, fonti sindacali, sono stati i tagli di posti da docenti tra il 2009 e il 2011. Centomila (e forse qualcuno in più) saranno quelli che il governo Renzi restituirà.

Corrado Zunino su Repubblica spiega nel dettaglio la tattica del ministero dell’Istruzione per trovare le risorse:

L’ufficio di gabinetto del Miur e il Dipartimento per l’istruzione lavorano a questo piano dall’inizio di marzo, con il governo appena insediato. I contabili di viale Trastevere hanno segnalato al ministro Giannini, al sottosegretario Reggi — e i dossier sono stati passati rapidamente al premier — che oggi pagare centomila supplenze l’anno da settembre a giugno costa quasi quanto pagare centomila “stabilizzati”, ovvero assunti. La differenza sta nei due stipendi di luglio e agosto che i primi, licenziati ogni fine stagione (giugno), non prendono.

Soltanto per le supplenze brevi, quelle che non preventivate si aprono nel corso di una stagione scolastica (riguardano trentamila docenti l’anno), il Miur nella scorsa stagione ha speso 680 milioni. Poi ci sono 46 mila supplenze fisse e 6 mila insegnanti di sostegno (si occupano degli studenti disabili) a loro volta supplenti. Imprevisti compresi, fanno centomila supplenti, «gli agenti patogeni», ogni anno su 690 mila insegnanti in organico. Ex agenti patogeni, dal primo settembre 2015. Il nocciolo della riforma che sarà annunciata venerdì prossimo, prima in Consiglio dei ministri, poi al paese, è questo.

In queste ultime 48 ore si cercano le risorse per annunciare un piano organico di assunzioni che nei prossimi tre-quattro anni porti la scuola a una continuità perduta. Nel 2012 e nel 2013 la legge Fornero ha ridotto gli insegnanti pensionati a 12 mila l’anno, già quest’anno si tornerà a quota 15 mila per poi salire fortemente dal 2015 in avanti. Tra il 2017 e il 2022 il 40 per cento della classe docente andrà in pensione e dovrà essere sostituita: le nuove immissioni in ruolo torneranno a essere (dice il piano del governo, sperando di essere assistito dalla fuoriuscita definitiva dalla crisi economica) 40-50 mila l’anno. Già il prossimo concorsone 2015 prevederà questi posti a ruolo, il doppio di quello indetto con il ministro Profumo nel 2012. Con questi ritmi le graduatorie a esaurimento saranno svuotate in due anni, per quelle d’istituto (470 mila persone, divise in tre fasce) servirà almeno un quinquennio.

 

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