Scuola, i nodi da sciogliere: concorso precari divide maggioranza, genitori in piazza contro la Dad Scuola, i nodi da sciogliere: concorso precari divide maggioranza, genitori in piazza contro la Dad

Scuola, i nodi da sciogliere: concorso precari divide maggioranza, genitori in piazza contro la Dad

ROMA – Assunzione dei professori precari, didattica a distanza o rientro in classe in sicurezza, esame di maturità in presenza, centri estivi, ristrutturazione degli istituti scolastici per la maggior parte inadeguati e fatiscenti.

Sono questi i nodi ancora aperti sulla scuola al tempo del coronavirus che il governo fatica a risolvere, tra proteste e programmi.

Prof precari

È uno dei temi più complessi da sciogliere a livello politico. La ministra Azzolina ha confermato il concorso straordinario per i docenti delle scuole secondarie superiori, previsto per agosto, ma la maggioranza è spaccata su questo punto.

In particolare Pd e Leu sottolineano che i precari hanno già mostrato sul campo il loro valore e chiedono al governo di stabilizzarli snellendo le procedure del concorso e privilegiando invece titoli, servizio e prova orale finale.

La ministra ha messo sul piatto una proposta di mediazione: una clausola di emergenza da far scattare nell’eventualità di un ritorno della pandemia che renda impossibile lo svolgimento della prova.

In quel caso, ci sarebbe l’assunzione a tempo determinato per i docenti e poi una prova scritta durante l’anno.

Esami di Maturità

Si è deciso che si svolgeranno in presenza a partire dal 17 giugno con tutti i commissari interni e un presidente di commissione esterno.

Ma c’è il problema della scarsa adesione dei presidi per il ruolo di commissario esterno, per timori legati al rischio di contagio.

In questo senso gli uffici scolastici regionali stanno fortemente incitando i presidi a fare la domanda.

Come si riparte a settembre

Il ministero dell’Istruzione sta lavorando insieme al Comitato tecnico scientifico, alle Regioni e agli enti locali per mettere a punto un protocollo di sicurezza che garantirà il rientro a scuola a settembre.

La ministra Azzolina ha assicurato che “si farà attenzione alla fascia di età degli alunni, e anche, alla situazione di supporto necessaria per le famiglie”.

Il protocollo stabilirà le distanze da rispettare tra un banco e l’altro – un metro o forse anche due metri – e in base a ciò si potrà organizzare la presenza degli studenti in aula.

Ma attualmente le classi delle scuole italiane non riescono a recepire un numero doppio di banchi rispetto agli attuali.

Che fare? I doppi turni sono da escludere perché bisognerebbe raddoppiare il numero dei docenti, e sdoppiare le classi comporterebbe cercare spazi anche all’esterno, ad esempio oratori, caserme in disuso, sale di cinema e teatri.

L’ipotesi della ministra Azzolina di lasciare metà della classe in aula e metà collegata da casa non è facile dal punto di vista organizzativo e dell’allestimento tecnologico delle aule.

Intanto le famiglie contrarie alle lezioni online protestano. Oggi, 23 maggio, alle 15:30, in diciassette città italiane, scenderanno in piazza per chiedere che a settembre non si faccia più una sola ora della cosiddetta dad (la didattica a distanza), ma si torni in aula. 

Apertura dei centri estivi nelle scuole

Tra 15 giorni le scuole chiuderanno e dovrebbero aprirsi i centri estivi con personale esterno alla scuola, ma ad oggi mancano ancora le misure di sicurezza e manca la chiarezza su come si dovranno svolgere le attività ricreative e didattiche per i bambini e i ragazzi.

Le responsabilità penali

I presidi chiedono di riformare le responsabilità penali, e lamentano un aumento delle stesse anche in ambiti non di loro competenza.

Auspicano, inoltre, che si concluda presto, con la prova orale, il concorso per i Direttori dei servizi generali e amministrativi (Dsga), in modo da essere messi in ruolo con l’avvio del nuovo anno scolastico.

Edilizia scolastica

Serve mettere in sicurezza le scuole di ogni ordine e grado, ospitate in edifici spesso fatiscenti di proprietà di Comuni, province e città metropolitane.

Gli interventi sono di manutenzione ordinaria e straordinaria, a cui si aggiungono gli adeguamenti delle infrastrutture tecnologiche che garantiscono ad esempio la banda larga e ultralarga in tutte le scuole. 

Protestano le scuole cattoliche

Il governo ha destinato alle scuole paritarie 40 milioni di euro, che soltanto in parte coprono i fabbisogni di questa tipologia di scuola (866.000 alunni) che coinvolge una percentuale ampia di famiglie.

“Briciole”, le ha definite l’Agidae, associazione Gestori istituti dipendenti dall’autorità ecclesiastica. (Fonte: Agi).

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