ROMA – Scuola, decreto domani: sgravi private (fino a 4mila €), 30mila precari esclusi. E’ il piano di maxi assunzioni e stabilizzazione dei precari storici il cuore della riforma sulla scuola che domani 3 marzo approderà al tavolo del Consiglio dei Ministri per mettere nero su bianco i contenuti del decreto chiamato da Renzi “Buona Scuola”.
Circa 30mila precari dei 140mila individuati nelle graduatorie provinciali (Gae) dovrebbero essere esclusi dalla stabilizzazione: 20mila tra quelli che non insegnano da anni, gli altri tra i docenti delle scuole d’infanzia e primaria.
Sgravi fino a 4mila euro per le private. Oltre al nodo precari, alle viste una decisione che lo stesso presidente del Consiglio prenderà sulla proposta del ministro Stefania Giannini sugli sgravi fiscali fino a 4mila euro per chi iscrive i figli alle scuole paritarie private. Una proposta, quella del ministro-senatrice passato da poco nelle file del Pd (veniva da Scelta Civica), che rischia di creare un’altra spaccatura nel partito, grazie anche al sostegno dei centristi cattolici di Ncd. A parte l’eterna questione del finanziamento pubblico alle scuole private (nel Pd ci si appella alla Costituzione che sulle private non prevede oneri a carico dello Stato) è soprattutto l’entità dello sgravio fiscale a essere materia di dibattito.
Spiega il sottosegretario di Ncd Gabriele Toccafondi: “Il nostro vuole essere un aiuto alle famiglie in difficoltà: un po’ come già si fa per le rette dei nidi”. Solo che l’aiuto per i nidi la legge prevede un tetto a 650 euro per ciui lo sconto alla fine non pesa più di 150 euro. “Scrivere 4.000 euro è un esercizio di stile – aggiunge Toccafondi al Corriere della Sera -. Se e solo se il premier ci darà l’ok, la parola poi passerà al Mef che dovrà trovare le coperture (per il mancato gettito, ndr ). Mettiamo che metta a disposizione un fondo da 10, 20 o 30 milioni. In base a quello verrà ritarato il massimale che alla fine potrebbe non discostarsi molto da quelli dei nidi”.
Nodo precari. Sul Corriere della Sera Orsola Riva spiega nel dettaglio i contenuti della bozza del decreto riguardante composizione della platea di precari storici che sarà ammessa alla stabilizzazione e risorse finanziare relative, tenendo conto che si guarderà ai profili utili in questa fase (per dire mancano insegnanti di matematica, abbondano quelli di altre discipline che magari saranno meno valorizzate dai nuovi programmi didattici).
Dopo un complicato censimento, il ministero si è reso conto che le graduatorie non potranno essere svuotate integralmente. Resteranno dentro le Gae (e fuori dal piano di assunzioni) circa 30 mila persone: quelli che non insegnano più da anni (oltre 20 mila persone) ma anche una parte dei tantissimi docenti della scuola d’infanzia e della primaria. A loro, se vorranno, resterà la strada del nuovo concorso per 60 mila posti nel triennio 2016-2018.
Mentre con i soldi risparmiati (nella legge di Stabilità era stato messo 1 miliardo nel 2015 – 3 a regime – ma ora per le assunzioni basteranno 700 milioni) si finanzierà la formazione obbligatoria (40 milioni), i laboratori (altri 40), l’alternanza scuola-lavoro anche nei licei (100 milioni) e il piano digitale (altri 50). Dalle graduatorie d’istituto verranno invece pescati 15 mila «fortunati» (soprattutto prof di matematica e fisica che scarseggiano nelle graduatorie provinciali). A loro verrà fatto subito un contratto-ponte e sarà riconosciuta una corsia preferenziale nel concorso (che in totale porterà in cattedra, quindi, 75 mila prof) . (Orsola Riva, Corriere della Sera)