Quando si tornerà a scuola? E soprattutto come? Per ora si sa davvero poco Quando si tornerà a scuola? E soprattutto come? Per ora si sa davvero poco

Scuola, linea guida è: arrangiatevi. Azzolina scarica su presidi e famiglie

ROMA – Scuola, linea guida è: arrangiatevi, caso per caso. Linea guida è: fate un po’ voi, come potete e vi viene in mente. Di più e di meglio il governo nella persona del ministro Azzolina non ce la fa, non può fornire, neanche pensare.

AZZOLINA CULTURA

E’ la, per così dire, Azzolina cultura quella che impedisce le linee guida per la riapertura della scuola siano altro che un catalogo di ovvietà e interrogativi a risposta…aperta. E’ un personale politico di cui si tende a dimenticare la formazione: i meet in Rete, i comitati di gente, il dibattito social…Tutti luoghi in cui è peccato irredimibile e blasfemia sociale il decidere, lo scegliere, il comandare, il dire questo sì, questo no e sì o no perché lo decido io e me ne assumo la responsabilità.

Gran parte, la più parte dell’elettorato lo ha voluto e votato perché fosse così il personale politico, la gente da mandare in Parlamento e quindi al governo. Voluti e votati perché fossero “portavoce” e non decisori, perché fossero maestri della consultazione eterna di tutti e sterminatori della decisione di uno. Voluti e votati perché fossero gente semplice che ha orrore del complicato.

E quindi, coerentemente alla loro volontà di popolo elettore, si ritrovano Azzolina persona semplice a dover gestire una cosa assai complessa come la scuola 2020. E Azzolina dà quel che può e quel che sa: ovvietà, un paio di slogan e soprattutto l’abdicazione dalla scelta che è il marchio di autenticità del personale politico che si dice e si vuole vicino, anzi uguale alla gente.

Ecco, stavolta era proprio il caso, anzi c’era proprio la necessità di essere altro e lontani e diversi dalla gente, era necessario per il paese decidere per la gente, scegliere, comandare, rischiare. Tutte cose che non possono essere chieste alla Azzolina cultura.

SCUOLA CHIUSA E POI PERSA LA CHIAVE

Governo e anche opinione pubblica prontissimi a chiuderla la scuola. Poi, una volta chiusa, se ne è persa la chiave. Italia unico paese in Europa che la scuola non ha mai provato a riaprirla, unico paese in Europa e nel mondo che non ha sofferto (non nel governo, non nei partiti ma neanche nell’opinione pubblica) più di tanto nel fare a meno di un anno scolastico. Teatro a volontà sulla Maturità, dibattito sulla didattica a distanza…ma niente di paragonabile alla grida di dolore per ristoranti o bar o spiagge o negozi chiusi.

Si è progressivamente deciso e scelto valesse la pena di un minimo di rischio contagio per riaprire bar e Campionati di calcio, spiagge e ristoranti, palestre, piscine e perfino discoteche. Ma alla scuola la collettività italiana ha sempre e solo detto: stai serena, resta chiusa. Nella valutazione complessiva della comunità italiana il danno di un anno scolastico perso è vicino allo zero. Ministri alla Azzolina sono anche figli legittimi di questo sentire di popolo e quindi di Palazzo: scuola serve per pezzo di carta ma non fa Pil, non  fa soldi. Quindi se sta chiusa un anno che danno è? L’unico lamento di pubblica opinione è stato quello per cui la scuola non funzionava più da parcheggio bimbi.

SETTEMBRE APPUNTAMENTO AL BUIO

Quindi, coerentemente con l’importanza che la collettività dà alla scuola come luogo di formazione, Azzolina ministro alla scuola dà appuntamento a settembre, un ci si vede a settembre. Per far cosa e come…poi si vede lì, poi ve la vedete voi. Forse doppi turni con classi smezzate, forse. Forse a scuola il sabato, anche il sabato per spalmare gli alunni su cinque giorni invece che quattro. Forse. Forse ore di lezione di 45 o 50 minuti invece che di 60. Forse. Forse ore di lezione fuori scuola, forse. Forse la mascherina, anzi no. Meglio la distanza, se c’è. Dipende. 

Nel nome della sacra autonomia si celebra in questo caso solenne Te Deum allo scarico di decisioni e responsabilità. Si scarica tutto sui presidi, anzi sui singoli presidi. Come si andrà a scuola a settembre dipende e varia da scuola a scuola, questa la linea guida. Presidi che dovranno fare i conti, affrontare i limiti oggettivi della realtà e dovranno poi affrontare le suscettibilità corporative-sindacali dei prof e l’irrazionalità ansiosa e assertiva della famiglie. Presidi su cui viene scaricato lo scegliere, il decidere, in  sostanza il governare. Governare che chiederlo alla Azzolina cultura è un non senso.

SABATO O POMERIGGIO? SI’, IL DIBATTITO SI’

Azzolina ministro della scuola non viene da astronave aliena. Viene da quella ideologia dominante e vincente che si troverà in fondo a suo agio nelle linee guida. Sarà una festa del sì, il dibattito sì. Incontri e tavoli tra presidi e assessori e tra presidi e sindacalisti e tra prof e sindacalisti e tra sindacalisti e assessori e tra presidi e rappresentanti dei genitori e tra chat di genitori e chat di altri genitori…una gigantesca e interminabile riunione di condominio. Il sabato? Il sabato sì. Neanche per idea il sabato, meglio spezzare tra mattina e pomeriggio. Ma sei pazzo? L’unica è scaglionare ingressi e uscite. No, ci si mette una vita. Mettiamo invece i banchi nei corridoi…

A qualcuno è già balenata in mente una sorta di soluzione finale: accorciamo, tagliamo i programmi, meno italiano e matematica e lingua straniera e più passeggiate ed esperienze formative fuori scuola. Eccola ammiccare la linea guida: siamo o non siamo il paese dove la scuola forma adolescenti uno su tre capaci di leggere ma non di capire ciò che leggono ed adulti due su tre che nulla leggono e che, se leggessero, nulla capirebbero di un articolo di giornale, di una lettera, di una bolletta?

Gestione cookie