Meno indirizzi, meno ore, meno insegnanti: la riforma della scuola superiore appena licenziata dal Consiglio dei ministri è la conseguenza diretta e prevista dei tagli alla spesa varati con la manovra finanziaria del 2008. In extremis è stata reinserita la geografia negli istituti tecnici. La riforma, comunque, contiene una drastica razionalizzazione e uno sfoltimento nella giungla di indirizzi di studio attuali. Desta qualche preoccupazione la rapidità del cambiamento imposto, con le famiglie alle prese con una scelta difficile da prendere entro marzo senza la necessaria consapevolezza della nuova piattaforma di opzioni.
Secondo il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, la riforma delle scuole superiori «era necessaria» perché il nostro sistema scolastico «non è in linea con i paesi avanzati» e l’attuale assetto non consente «agli studenti di accedere al mondo del lavoro».
Il riordino che riguarda licei, istituti tecnici e professionali sarà attuato dal prossimo anno scolastico (2010-2011), a partire dalle sole prime classi. La riforma prevede uno sfoltimento degli indirizzi di studio: i licei diventeranno 6 (dagli attuali 450 indirizzi tra sperimentazioni e progetti assistiti), gli istituti tecnici da 10 con 39 indirizzi scenderanno a 2 con 11 indirizzi, i professionali da 5 corsi e 27 indirizzi saranno snelliti a 2 corsi e 6 indirizzi.
Approda in Consiglio dei ministri la riforma dell’istruzione superiore, che nelle scorse settimane ha avuto il via libera prima dal Consiglio di Stato poi dalle competenti commissioni di Camera e Senato. L’approvazione definitiva in Cdm dei tre regolamenti che riordinano l’istruzione secondaria superiore è l’ultimo passaggio per far decollare il progetto Gelmini, che dovrà comunque poi attendere la pubblicazione in Gazzetta ufficiale.
Un progetto accompagnato da non poche polemiche, relative anche alla “fretta” del Governo, fortemente determinato sin dall’inizio a rendere operative le novità già dal prossimo anno scolastico (si partirà dalle sole prime classi in tutti e tre i segmenti). I tempi, infatti, sono molto stretti.
Il 26 marzo scadranno le iscrizioni al primo superiore dell’anno scolastico 2010-2011 e le famiglie ancora non sanno come funzionerà il tutto per poter decidere con consapevolezza quale indirizzo scegliere.
Ieri, 3 febbraio, il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Elio Vito, rispondendo a un’interrogazione durante il question time ha, tuttavia, assicurato che alle famiglie e nelle scuole medie, subito dopo il varo della riforma, saranno inviati opuscoli informativi dettagliati e sarà immediatamente avviata una campagna sui mezzi di informazione di massa, sul sito del Ministero e su tutti gli altri siti correlati, in modo che i genitori possano avere tutte le informazioni necessarie.
“La riorganizzazione dell’intero sistema – ha spiegato – renderà più semplice, lineare e trasparente l’informazione alle famiglie che oggi invece erano costrette a districarsi tra gli oltre 396 indirizzi sperimentali”. Intanto ieri pomeriggio il ministro Gelmini ha convocato i sindacati della scuola, che più volte nelle scorse settimane avevano sollecitato un confronto prima del varo definitivo dei regolamenti.
La riforma prevede una decisa stretta sugli indirizzi di studio, la revisione dei quadri orari, un irrobustimento dello studio della matematica e il potenziamento dello studio delle lingue.
I licei saranno ridotti a sei: classico, scientifico, artistico, linguistico, musicale-coreutico e delle scienze umane (questi ultimi vere novità); nei tecnici ci saranno due ambiti di studio (economico e tecnologico), suddivisi in 11 indirizzi con meno ore da passare tra i banchi e più laboratori; nei professionali (due settori e sei indirizzi) saranno rafforzate le materie di indirizzo e prevista una maggiore flessibilità dell’offerta formativa.
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