Scuola, abolita la scelta dei prof in base al curriculum. Solo graduatoria e anzianità

Buona Scuola, abolita la scelta dei prof in base al curriculum. Solo graduatoria e anzianità
Scuola, abolita la scelta dei prof in base al curriculum. Solo graduatoria e anzianità (foto d’archivio Ansa)

ROMA – Chiamata diretta addio, si torna alle graduatorie e alle assegnazioni d’ufficio [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play]. Sotto i colpi di un accordo tra sindacati di categoria e governo inizia ad essere smontato l’impianto legislativo della ‘Buona Scuola‘. E la prima vittima è il merito. Con la fine della chiamata diretta viene infatti meno per i presidi la possibilità di scegliere gli insegnanti che ritengono più adatti.

E’ vero, come dicono e dicevano i sindacati, che con l’automatismo si eliminano anche le possibilità di abusi e di favoritismi, ma si dice addio anche alla possibilità di premiare chi è più bravo che dovrà, invece, mettersi in fila e aspettare il suo tempo. La chiamata diretta, la possibilità per i presidi di indicare gli insegnati da loro ritenuti migliori è stata da subito, dal 2015, uno dei punti più detestati dalle sigle sindacali che riuniscono gli insegnati italiani. Al punto che la Gilda degli insegnanti non aveva, 3 anni fa, sottoscritto i contratti e comunque tutti, big compresi e per big s’intendono Cgil-Cisl-Uil, avevano vissuto la riforma del governo Renzi come una iattura e un qualcosa contro cui battersi ora e sempre. E dopo 3 anni, con M5S e Lega al governo, la loro battaglia sembra avviarsi alla vittoria.

“Si dà attuazione a una precisa previsione del Contratto di governo, in attesa dell’intervento legislativo di definitiva abrogazione”, commenta il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti. A fare festa sono ora maestri e professori, mentre a lamentarsi sono i presidi. I primi gioiscono perché “era un manicomio e andava cancellato”, come spiega è Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti. E poi “la scuola deve essere di tutti, non degli insegnanti scelti dal preside in base alle sue idee”, commenta Pino Turi, segretario generale della Uil Scuola.

I presidi lamentano invece che “il problema è che l’abolizione della chiamata diretta fa male all’utenza. Era positiva: consentiva di scegliere i docenti più adatti per l’offerta formativa della scuola, permetteva di adattare il servizio alle esigenze dei ragazzi”. Già, i ragazzi, gli studenti. L’accordo insegnanti-governo non sembra tenerne particolarmente conto visto che il tema di tutto è stata la mobilità degli insegnati. E anche all’interno delle cronache il vantaggio o svantaggio di quelli che sarebbero gli utenti della scuola viene per lo più considerato un fatto marginale.

L’accordo, nel dettaglio, è stato firmato da Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola e anche dalla Gilda e prevede che il personale docente venga assegnato dall’Ufficio scolastico territoriale all’istituto scolastico scelto attraverso la graduatoria e utilizzando i punteggi delle domande di trasferimento. L’articolato, firmato alla vigilia delle nomine degli insegnanti, prevede poi un secondo tempo attraverso cui si abolirà la chiamata diretta anche per via legislativa, presumibilmente con decreto del prossimo Consiglio dei ministri.

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