Riforma Gelmini, solo scienziati e atenei settentrionali nel pool che giudicherà le università italiane

Mariastella Gelmini

Basta studiare storia, italianistica, estetica o archeologia. Le discipline umanistiche vengono escluse dal consiglio direttivo dell’Anvur, l’agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca, nominato dal Consiglio dei ministri per giudicare la qualità degli atenei e degli enti di ricerca.

Dalle valutazioni dell’Anvur verranno decisi i finanziamenti che premiano i risultati migliori. Per questo, sottolinea Repubblica, l’esclusione delle discipline umanistiche e delle università meridionali dall’agenzia fa discutere.

“Ora che finalmente l’Agenzia viene attivata”, ha dichiarato Luigi Zanda, vicepresidente del gruppo del Partito Democratico a Palazzo Madama, “il governo ricade nella cattiva abitudine di dividere la cultura tra discipline buone e discipline cattive, e le Università tra quelle del Nord e quelle del Sud”.

“Sbalordito” e “deluso” si dice Salvatore Settis, che fa parte del comitato che aveva proposto una rosa di quindici candidature al ministro Gelmini. “Non riesco a comprendere le ragioni dell’esclusione. Abbiamo lavorato con serietà e rigore, mettendo in gioco la nostra esperienza internazionale e le nostre competenze. E ora vediamo che sono state tagliate fuori le scienze umane e l’intero Mezzogiorno”.

I sette studiosi scelti da Gelmini sono Fiorella Kostoris e Andrea Bonaccorsi, economisti, la sociologa Luisa Ribolzi, il genetista Giuseppe Novelli, il veterinario Massimo Castagnaro, il fisico Stefano Fantoni e l’ingegnere Sergio Benedetto.

L’assenza di studiosi di materie umanistiche ha suscitato perplessità anche in Enrico Decleva, storico e presidente della Conferenza dei Rettori. “Colpisce l’assenza delle discipline umanistiche. E colpisce anche la mancanza delle università del Mezzogiorno. Ma confido nel fatto che il governo provveda ad ampliare il consiglio direttivo”.

Gestione cookie