Scuola Coronavirus, vacanze di Pasqua salve: vincono i prof. I presidi volevano lezioni fino a venerdì Scuola Coronavirus, vacanze di Pasqua salve: vincono i prof. I presidi volevano lezioni fino a venerdì

Scuola, vacanze di Pasqua salve: vincono i prof. I presidi volevano lezioni fino a venerdì

ROMA – Vacanze di Pasqua confermate per la scuola: da giovedì 9 aprile a martedì 14. Con buona pace dei presidi, che avevano chiesto ai docenti (visto che avrebbero potuto lavorare da casa) di fare qualche giorno in meno di vacanza per non perdere altri giorni di lezione.

Ha vinto la linea dei professori, che hanno preferito mantenere inalterato il calendario. Durante le vacanze di Pasqua e nei periodi deliberati ad inizio di anno scolastico dal Consiglio di Istituto, le attività di didattica a distanza resteranno sospese.

E’ fatta salva la possibilità delle scuole, data l’autonomia, che si possa decidere qualche giorno di “recupero” dei giorni di lezione persi.

Corrado Zunino su Repubblica racconta che i prof di alcune scuole hanno rimandato al mittente la richiesta dei presidi di fare più giorni possibili di lezione:

Un dirigente scolastico del Veneto, scrive La tecnica della scuola, il primo aprile ha inoltrato una circolare in cui, non avendo certezza della durata della sospensione delle lezioni in classe, si comunicava: “Ho intenzione di non sospendere del tutto le attività durante le canoniche vacanze pasquali, ma di interromperle brevemente per i soli giorni intorno alla domenica di Pasqua, precisamente da sabato 11 a lunedì 13 aprile, per concedere un breve periodo di riposo a tutti, ma, contemporaneamente, guadagnare tempo scuola nel caso in cui l’anno scolastico dovesse essere protratto. Ciò sarà oggetto di una successiva comunicazione ufficiale rivolta a docenti e studenti”.

Ma alcuni prof, racconta ancora Zunino, si sarebbero rifiutati perché, da cattolici praticanti, non hanno voluto lavorare nei giorni clou della Settimana Santa.

I presidi: “La scuola ha reagito bene alle lezioni a distanza”

“Le scuole si sono dimostrate capaci di reagire con creatività, organizzandosi nel modo più utile per coinvolgere i propri studenti, cercando metodi diversi per adattare alla situazione di emergenza quello che ieri era considerato di routine, adottando comportamenti che tentano di conciliare prassi consolidate con i nuovi bisogni.

Tutto questo sta ponendo il problema di come praticare la didattica a distanza (DAD) e, soprattutto, di come effettuare la valutazione a distanza (VAD) degli apprendimenti”. Lo fa notare l’Associazione nazionale presidi in un lungo articolo pubblicato sul suo sito.

L’Anp invita i docenti, nel valutare, come la didattica a distanza consenta di capire l’impegno degli studenti alla “partecipazione alle attività, la capacità di socializzare e mettersi in relazione con gli altri, la creatività nell’esecuzione dei compiti, l’empatia e l’interesse per lo studio”.

Insomma, la didattica a distanza non è “la panacea per tutti i problemi della scuola ma una opportunità da non perdere”. In conclusione per l’Anp non ha senso applicare alla didattica a distanza “le modalità valutative proprie della didattica in presenza”. (Fonti: Ansa e Repubblica)

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