Scuole aperte con tamponi periodici e test salivari per gli studenti. L’obiettivo è riaprire in pianta abbastanza stabile dopo Pasqua. Ma riaprire in sicurezza. Per questo gli studenti dovrebbero sottoporsi a tamponi periodici. Anche i professori, naturalmente, ma molti di loro sono già vaccinati.
Si vocifera di un test a settimana o ogni due settimane. Per consentire alle scuole di riaprire, e permettere agli studenti di non continuare la terribile vita della didattica a distanza.
Ma i test salivari sono davvero così attendibili per la rilevazione del Covid? Alcuni studi ne mettono in dubbio la veridicità, motivo per cui per il momento non sono stati presi in considerazione come modalità di test rapido.
Scuole aperte con tamponi periodici e test salivari
Tamponi periodici a studenti e prof per monitorare l’andamento dei contagi nelle scuole. Il ministro per l’Istruzione Patrizio Bianchi l’ha proposto e il Commissario per l’Emergenza Covid, Francesco Figliuolo sta valutando l’ipotesi.
La scuola è pronta a ripartire dopo Pasqua. E i test rappresenterebbero un ulteriore passo per rendere più sicuro, e costantemente monitorato, l’esercito di alunni e docenti. La decisione verrà presa nei prossimi giorni. I test agli studenti non sarebbero vincolanti per la riapertura delle scuole dopo Pasqua. Piuttosto sarebbero una misura per monitorare la situazione. Un’operazione di screening ai fini della sicurezza di studenti, docenti e personale scolastico.
Dei test, che per gli alunni più piccoli dovrebbero essere quelli salivari perchè meno invasivi, dovrebbero occuparsi le Asl con medici e infermieri da mandare nelle scuole. Ma potrebbero scendere in campo anche i volontari della Protezione civile. L’ipotesi di lavoro punterebbe a ripetere il monitoraggio settimanalmente. E laddove accertati casi di positività si dovrebbe procedere a sottoporre tutta la classe a tampone molecolare.
Test salivari sono attendibili come i tamponi?
I tamponi rapidi per diagnosticare l’infezione da virus SarsCoV2 sono disponibili da tempo. E si tratta di test di tipo molecolare, che analizzano il materiale biologico prelevato con un tampone. Non sono invece disponibili i test salivari, basati sull’analisi della saliva. Poiché non sono ancora in grado di dare risultati attendibili in tempi rapidi.
Una sperimentazione sui test salivari in Italia è stata fatta dall’Istituto Spallanzani di Roma in ottobre. E, per quanto riguarda quelli rapidi, è emerso che “non sono sufficientemente performanti poichè hanno una sensibilità inferiore al 20%”. In sostanza, secondo lo Spallanzani, “i tamponi salivari fatti sul posto si sono rivelati poco affidabili e devono poi essere confermati in laboratorio con il test molecolare, annullando così l’effetto di una risposta immediata.
I vantaggi e gli svantaggi dei test salivari
Quello che è certo, osserva il virologo Francesco Broccolo, dell’Università di Milano Bicocca , è che “ad oggi non esiste un test rapido in grado di utilizzare la saliva”. In generale, prosegue l’esperto, la saliva è un campione biologico molto idoneo alla ricerca del virus perché non risente della variabilità del campionamento. Si raccoglie mediante autocampionamento con spugnette chiamate salivette che si masticano e si raccolgono in un recipiente. Evitando il fastidioso prelievo e anche il rischio di contagio dell’operatore”.
Al momento, però, osserva, “non esiste nessun kit rapido che funzioni bene sulla saliva, mentre la saliva va benissimo per il test molecolare e antigenico in chemioluminescenza fatto in laboratorio. Non va bene invece- conclude il virologo – per i test rapidi in loco perché ha un problema di viscosità, è una matrice biologica che andrebbe chiarificata con opportuna strumentazione trasportabile”.
Diverso il discorso dei tamponi rapidi. “Una circolare del Comitato Tecnico Scientifico del 29 settembre scorso prevedeva già la possibilità di farli nelle scuole” e “senza dubbio – prosegue il virologo- lo screening con un monitoraggio settimanale permetterebbe di tenere le scuole aperte con tranquillità”.