Scuole aperte, la “lezione” francese. Solo 70 casi su 40mila istituti: al primo sospetto lo stop

ROMA – Settanta scuole materne e elementari della Francia sono state richiuse dopo la scoperta di casi di coronavirus a una settimana dalla fine del lockdown, l’11 maggio scorso.

“Su 40.000 scuole riaperte, ci sono 70 casi di Covid-19.

Dei casi che si sono dichiarati quasi ogni volta fuori dalle mura scolastiche”, ha dichiarato il ministro dell’Istruzione, Jean-Michel Blanquer, intervistato questa mattina ai microfoni di radio RTL.

Insomma sembra funzionare il modello francese di apertura condizionata, ma pur sempre a pieno regime operativo: tutti a scuola, 1 milione e 400mila alunni, ma non appena viene segnalato anche solo il sospetto di una positività, stop immediato. 

Modello opposto a quello scelto in Italia e in Gran Bretagna, dove si moltiplicano le contestazioni e non ci si rassegna alla pedagogia a distanza quale sostituto della socialità scolastica in presenza.

Perfino il Daily Mail riconosce la “lezione” francese

E se anche sul Daily Mail non si esita a chiamarla “lezione francese”…

In Italia forse un eccesso di prudenza suggerito dal comitato scientifico che consiglia il Governo ha portato alla chiusura quasi totale, eccezion fatta per l’esame di maturità.

Regno Unito: il sindacato scuola blocca tutto

In Gran Bretagna, sembra di capire, è la National Education Union, il potente sindacato della scuola, a pregiudicare ogni concessione alle aperture.

Una lista infinita di richieste e condizioni stilata in un documento di 22 pagine non consente ai presidi aperture sostenibili. 

Nessuna concessione alla privacy: nessun tracciamento o rilevazione di alcun tipo per motivi di salute e sicurezza, niente da fare.

Tornando al modello francese.

Il ministro francese: 70 casi non ci fanno cambiare idea

Secondo Radio Europe 1, i 70 casi di positività riguarderebbero in maggioranza professori, direttori e personale amministrativo.

Il ministro Blanquer, fedelissimo del presidente Emmanuel Macron, ha aggiunto che questi 70 casi non rimettono in alcun modo in discussione la volontà di Parigi di andare avanti con la riapertura progressiva delle scuole promossa in Francia già dalla fine del confinamento puro e duro.

Tutto il contrario dell’Italia e del Regno Unito che invece hanno deciso per una chiusura indiscriminata almeno fino a settembre.

“Gravi le conseguenze del non andare a scuola”

Ma secondo Blanquer “le conseguenze del non andare a scuola sono molto più gravi”.

Un riferimento, in particolare, a quei tanti studenti che magari vivono in condizioni sociali difficili o di emarginazione che rischierebbero di perdere un solido punto di riferimento come la scuola.

Nella materna Willy Brandt di Elancourt, nell’hinterland parigino, le porte sono rimaste chiuse questa mattina per una ventina di ragazzi.

Motivo? Uno di loro, 4 anni, aveva avuto una lieve febbre questo fine settimana.

“Il bambino aveva 38,1. Questo ci ha allertato e abbiamo attivato il dispositivo” di sicurezza anti-virus, ha spiegato il sindaco Jean-Michel Fourgous, citato da France 3.

La materna ha quindi chiuso le porte, in attesa dei risultati dei test sul bimbo e della sua famiglia. In una scuola di VilleDieu è stato invece un adulto a far scattare l’allarme per la febbre alta.

Sul posto, i responsabili del comune spiegano che a prevalere è sempre e soltanto il principio di precauzione.

“Anche se riaprire e richiudere in questo modo non è semplice e molto costoso”. (fonti Daily Mail e Ansa)

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