ROMA – Scuole chiuse dall’8 giugno nei comuni italiani. L’ultima campanella del 2015 è suonata per gli studenti, pronti ai consueti gavettoni di fine anno, e i docenti, che dopo gli scioperi si ritroveranno a dover lavorare anche di notte e forse di domenica per terminare gli scrutini dell’anno scolastico passato.
Camilla Mozzetti sul Messaggero raccoglie le impressioni degli studenti romani, che al termine delle due ore di lezione si sono ritrovati al di fuori delle scuole armati di palloncini pieni di acqua, farina, schiuma e uova marce, inseguendosi e giocando, ma anche trovando sollievo nelle fontane della Capitale:
“E immancabile, come ogni anno, ad accompagnare l’uscita dei ragazzi, è stato il classico saluto a suon di gavettoni. Prerogativa dei liceali, nessun rito e nessuna tradizione ha mai saputo tener testa – con la stessa tenacia – al tempo che passa. C’è sì, da sfogare l’ilarità sopita per 200 giorni dietro i banchi nelle ore di lezione, c’è da divertirsi perché la scuola è anche questo. «Non si può andare in vacanza senza aver tirato almeno un gavettone e senza essere stati centrati in pieno da un uovo», sentenzia Maria V., 17 anni, di fronte al liceo classico Tasso. La sua maglietta è ormai pregna d’acqua. Dietro la schiena nasconde una busta di farina e sorride, pensando alle vacanze che, tuttavia, dovrà trascorrere studiando, «devo recuperare Latino, per ora, però, non ho debiti in gavettoni, che è una materia molto difficile, quelli che dovevo li ho centrati tutti»”.
Le lezioni d’altronde nei licei romani sono durate appena due ore:
“Le lezioni sono durate nella stragrande maggioranza delle scuole non più di due ore. La maggior parte dei licei ha anticipato l’uscita tra le 10.00 e le 11.00. In molte altre scuole il registro si è chiuso già venerdì scorso e ieri, a tener impegnati i ragazzi, sono stati gli spettacoli e i concerti. Dai tornei sportivi negli scientifici Kennedy e Labriola agli spettacoli teatrali del Visconti, con la terza replica dell’Antigone, fino ai concerti jazz nel cortile del classico Albertelli”.
Ma se i ragazzi giocano e si divertono, pronti per l’estate, per i docenti la situazione è molto diversa, spiega Salvo Intravaia su Repubblica, perché quello del 2015 è stato il primo sciopero degli scrutini dal 1990 e ora sarà necessario prolungare le operazioni per chiudere in tempo l’anno:
“Intanto, dopo mille polemiche – tra i sindacati e il garante degli scioperi – il ministero dell’Istruzione ha dato il via libera allo sciopero di un’ora in concomitanza con operazioni e le attività funzionali relative alle valutazione di fine anno, escluse quelle relative alle classi di fine ciclo (terza media e ultimo anno delle superiori). Per i prossimi giorni è quindi prevista una chiusura di anno scolastico piuttosto movimentata. Dopo lo sciopero generale della scuola dello scorso 5 maggio, con l’adesione record del 66 per cento di insegnanti e Ata, la situazione resta molto calda nel mondo della scuola.
Le modifiche apportate al disegno di legge, che in pochi anni promette di cambiare volto alla scuola italiana, nel corso della discussione a Montecitorio non sono bastati ai sindacati e al popolo della scuola. Il preside-sindaco, per gli addetti ai lavori, continua ad avere troppi poteri, mentre lo stralcio del 5 per mille a favore delle scuole statali (e no) ha ingigantito il significato politico delle donazioni liberali (school bonus) e della detrazione fiscale a favore delle paritarie, che invece sono rimaste nel provvedimento. E il precariato è sempre meno contento. Una miscela che rischia di esplodere proprio in occasione dello sciopero degli scrutini indetto da tutti i sindacati – confederali e autonomia – per i prossimi giorni. Il primo dal 1990, quando venne varata la legge sulla regolamentazione degli scioperi nei servizi pubblici”.
Insomma la situazione, per i professori, è decisamente meno festosa. Per loro niente gavettoni, ma solo la doccia gelata del disegno di legge sulla Buona scuola e lo sciopero per protestare:
“Lo sciopero di un’ora indetto da Flc Cgil, Cisl e Uil scuola, Gilda e Snals si svolgerà nei primi due giorni di scrutinio di ogni singola scuola. Se quindi un istituto ha anticipato la chiusura delle lezioni di qualche giorno e inizia gli scrutini prima, i docenti di quella scuola potranno manifestare nei primi due giorni. Restano sempre esclusi dalla protesta gli scrutini delle ultime classi, quelle che portano agli esami di maturità, agli esami di qualifica professionale o a quelli di terza media.
Per tutti gli altri scrutini i docenti potranno scioperare per un’ora in ogni scrutinio. In altre parole, visto che lo scrutinio dura in generale un’ora, il singolo docente potrebbe assentarsi – secondo quanto esplicitano i sindacati confederali nelle faq diffuse in questi giorni – anche in tutti gli scrutini dei due giorni di sciopero. Ma, chiariscono, non è necessario farlo perché basta mettersi d’accordo tra colleghi e fare mancare la presenza di un solo docente per volta per fare saltare lo scrutinio, che deve svolgersi secondo il cosiddetto “collegio perfetto”: tutti presenti e nessuna possibilità di sostituzioni. Tranne che per garantire la fine di tutte le operazioni entro domenica 14 giugno. Perché il giorno dopo si insediano le commissioni degli esami di maturità con professori e presidi impegnati”.
Se i docenti aderiranno allo sciopero, ci sarà però poi da recuperare:
“Aderire allo sciopero degli scrutini in massa, dopo lo sciopero generale, equivale ad un altro segnale forte della base contro la Buona scuola. Ma poi, i presidi sarebbero costretti a riconvocare i consigli di classe nei giorni successivi e, se necessario, anche nelle ore notturne o di domenica. Senza possibilità alcuna per i docenti di astenersi ulteriormente. Una situazione stigmatizzata da molti: “dove si è mai visto uno sciopero che si ritorce contro chi lo ha fatto?”, si chiedono in parecchi. Ma altrettanti non hanno dubbi: sciopero a tutti i costi, anche andando incontro al sacrificio dello scrutinio nelle ore notturne e di domenica”.