“Se mi dice no l’ammazzo…”. Veronica Valenti uccisa dall’ex senegalese

"Se mi dice no l'ammazzo...". Veronica Valenti uccisa dall'ex senegalese
Gora Mbengue, Veronica Valenti

CATANIA – “Se mi dice no l’ammazzo…“. Il destino di Veronica Valenti, catanese di 30 anni, era già scritto prima ancora di quell’incontro mortale col suo ex. L’ha accoltellata sotto casa, domenica sera, perché lei non era disposta a tornare con lui. Gora Mbengue, senegalese di 27 anni, lo aveva deciso prima ancora di incontrarla: era uscito di casa armato di coltello, se non fosse stata sua non sarebbe stata di nessun altro.

E’ stato lui stesso a confessarlo spontaneamente alla polizia. L’aggressione, secondo quanto ricostruito, era dunque prevista e per questo l’uomo è stato arrestato su disposizione della Procura per omicidio volontario premeditato. Un delitto che lascia senza fiato il padre della vittima, Giuseppe Valenti: “L’ha uccisa senza pietà”.

E il dolore aumenta quando ricorda i “consigli inascoltati” dalla figlia: “Le avevo detto: ‘stai attenta’, e adesso è finita come è finita…”. Valenti spera “in una telefonata del governo, del ministro dell’Interno, Angelino Alfano”, perché, sottolinea “Valentina era una brava ragazza e tutti lo devono sapere”. Ma soprattutto affinché “non si ripeta: i papà e le mamme stiano attenti alle loro figlie…”. “Non sono razzista – spiega – ho una figlia che vive negli Usa sposata con un militare di colore, ma questi che arrivano in Italia hanno altri usi, altre religioni e diversi modi pensare“. In passato c’erano stati momenti di tensione “segnalati alle Istituzioni, ma non denunciati” e adesso “mia figlia è morta”. “Ringrazia la polizia che ha arrestato” l’assassino, e adesso chiede “giustizia”. Anche se alla domanda se lo avesse davanti cosa gli direbbe”, Giuseppe Valenti risponde: “Non me lo fate dire…”

Gora Mbengue abita in via Tezzano, una zona frequentata da molti extracomunitari, vicino alla stazione ferroviaria di Catania. Domenica sera Veronica è andata ad incontrarlo per l’ultima volta, dopo le 22, con la sua auto, una Peugeot 107 nera, che aveva parcheggiato proprio davanti alla sua abitazione.

L’aveva conosciuto in una discoteca nel 2013 e dopo un anno e mezzo, tra alti e bassi, lei lo aveva lasciato. Una separazione che il senegalese non accettava. E questo era il tema dell’incontro chiarificatore di domenica sera. Lui è sceso in ciabatte e con un coltello. E’ entrato nella vettura e ha cominciato a discutere con la donna. Non accettava la fine della loro relazione e non ha accettato l’ennesimo no. Per questo l’ha colpita con violenza, numerose volte, proprio all’interno della sua auto.

Veronica è morta sul colpo, per le coltellate che hanno straziato il suo corpo che si è adagiato sullo sterzo. Lui è sceso dall’auto ed è fuggito, scalzo, lasciando sul posto ciabatte e coltello. La scena è stata notata da più testimoni che hanno chiamato la polizia.

Le indagini hanno preso subito la pista del delitto passionale: gli investigatori hanno ricostruito le ultime frequentazioni della vittima e sono risaliti all’ex fidanzato e alle liti che c’erano state tra i due per la volontà di lei di non riallacciare la relazione.

Sono scattati controlli e perquisizioni culminati con l’individuazione e la cattura di Mnengue, che è stato trovato in via del Plebiscito. L’uomo alla vista degli agenti di polizia non ha opposto resistenza, anzi, con spontanee dichiarazioni ha ammesso di essere l’autore del delitto. Una “magra consolazione” per il padre della giovane che non si dà pace: “L’avevo avvisata – ripete continuamente – ‘stai attenta Veronica’, e adesso lei è morta e io sono qui, senza di lei…”.

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