Non c’è niente da fare, diventiamo esperti di tutto a seconda delle situazioni del momento, tennisti, chimici, virologi, però quando c’è Sanremo si supera tutto. Quando c’è Sanremo ci si indigna, si protesta da soli a casa davanti alla tv e poi sui social ci si fa sentire. Anche al bar la mattina. Mancherebbe solo scendere in piazza. Ma perché si protesta? Semplice, anzi semplicissimo. Perché non ha vinto il cantante con il brano che ci piaceva. Oppure perché ha vinto uno che non ci piaceva. Oppure ancora perché vediamo l’imbroglio, il complotto, la scelta a tavolino e il televoto fatto solo per farci spendere soldi, perché tanto poi decidono tutti ”loro”. Insomma ci si indigna, e anche quest’anno è stato così. Venerdì sera indignazione perché Geolier ha vinto la serata cover. Ieri per la finale altra indignazione perché Geolier non ha vinto e ha trionfato Angelina Mango. Se questa indignazione la mettessimo sempre, non solo per Sanremo, saremmo forse noi a dire alla classe dirigente come e quando aumentare i prezzi della benzina o altro. Saremmo noi a dire ai politici quali riforme fare. Di Sanremo e televoto ci si informa e si va a spulciare e ci si prepara. Poi vai a chiedere ”perché protestano i trattori?” e il massimo di risposta raggiunta è ”l’Europa ce l’ha con loro, è una vergogna”. Ma ora Sanremo è finito…
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