ROMA – Scatta il sequestro della Sea Watch ferma da due giorni al largo di Lampedusa e i 47 migranti a bordo vengono fatti sbarcare.
La svolta arriva nonostante il no ripetuto per tutto il giorno da Matteo Salvini, che infatti attacca: “La difesa dei confini e l’ingresso in Italia di un gruppo di sconosciuti deve essere una decisione politica, espressione della volontà popolare, o di magistrati e ong straniere?”.
Il ministro rincara la dose: “Già in passato abbiamo assistito a sequestri di navi delle Ong poi finiti in nulla. Finché il ministro sono io, nego l’autorizzazione allo sbarco. Se qualche procuratore intende fare il ministro si candidi alle elezioni. Per quanto mi riguarda, anche in caso di sequestro della nave non deve scendere nessuno a terra. Chi la pensa diversamente, se ne assuma la responsabilità”.
Malgrado però le parole di Salvini, Militari della Gdf e della capitaneria di porto hanno fatto salire i 47 migranti sulle motovedette per accompagnarli sull’isola. Ciò è stato deciso anche perché l’approdo diretto in porto della Sea Watch creerebbe difficoltà alle navi di linea che collegano Lampedusa alla Sicilia. Secondo quanto si apprende, dopo il sequestro della nave a cui viene contestata la violazione dell’art. 12 del Testo Unico sull’ Immigrazione, la Sea Watch verrà trasferita nel porto di Licata. A renderlo noto è stato il procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio. Il sequestro dovrà essere convalidato dalla procura.
A sbloccare la situazione è stata l’ultima comunicazione del comandante della nave Arturo Centore alle autorità: a Guardia Costiera e Guardia di Finanza l’ufficiale ha fatto sapere che se entro le 21 non avesse ottenuto l’autorizzazione allo sbarco, avrebbe tolto l’ancora e sarebbe entrato in porto di sua iniziativa. “I naufraghi – ha spiegato la portavoce di Sea Watch Giorgia Linardi – hanno chiesto di indossare i giubbetti salvagente e hanno detto di volersi buttare in acqua per disperazione. Le condizioni a bordo sono peggiorate a livello di stress e tensione e il comandante ha dovuto tenerne conto”.
A quel punto si è preferito intervenire e i finanzieri sono saliti a bordo della nave, per un’attività di polizia giudiziaria d’iniziativa finalizzata al sequestro. “La nave è a disposizione degli inquirenti che hanno disposto un sequestro probatorio per verificare se c’è un reato da contestare” conferma Linardi, che poi ironizza sui no di Salvini: “Ancora una volta si è dimostrato che i porti dell’Italia non sono chiusi”.
La conclusione che al Viminale non è piaciuta affatto tanto che l’intervento della Gdf sarebbe stato fatto d’intesa con i pm proprio per “tenere fuori” il ministero e aggirare il divieto di Salvini di far scendere i migranti. “C’è stata un’accelerazione d’intesa tra tutti che ha di fatto spogliato il Viminale delle sue competenze” dicono gli uomini del ministro.
Quando il sequestro della nave diventa ufficiale, dal Viminale parte una bordata, dopo che già in mattinata Salvini – riferendosi all’inchiesta di Catania in cui è indagato proprio per un precedente sbarco della Sea Watch – aveva preso di mira i magistrati sostenendo che se “c’è un giudice che invece di indagare gli scafisti indaga me” allora significa che “l’Italia è un paese un po’ stranino”. La frecciata è proprio per i pm: “la Sea Watch è una nave fuorilegge e il ministro Salvini si aspetta provvedimenti nei confronti del comandante della nave, la magistratura faccia come crede ma il Viminale continua e continuerà a negare lo sbarco”. Dal ministero si è quindi voluto ribadire chi si è assunto la responsabilità dello sbarco dei migranti.
Salvini: “Pronto a denunciare chi fa sbarcare, anche Pm”
E in serata, durante un collegamento da Firenze a Non è l’Arena in onda su La7, Salvini dice: “Sono pronto a denunciare per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina chiunque sia disponibile a far sbarcare gli immigrati irregolari su una nave fuorilegge”.
“Questo vale anche per organi dello Stato: se c’è qualche procuratore pronto a mandarmi a processo con una condanna che può dare fino a 15 anni di carcere, se questo procuratore autorizza lo sbarco, io vado fino in fondo”. Poi prosegue: ” Se qualche giudice vuole fare il ministro si candida alle elezioni e fa il ministro. Altrimenti si rispettano le indicazioni del ministro dell’Interno: non scende nessuno”.
Sea Watch 3, le dichiarazioni del capitano della nave
Per i migranti a bordo della Sea Watch 3 “auspichiamo una soluzione con autorizzazione” allo sbarco “e immediata ricollocazione su scala europea, entro la fine della giornata”. Ad averlo scritto su Twitter prima della decisione dell’azione della Guardia di Finanza, era stata la portavoce italiana della Ong Giorgia Linardi. Nello stesso tweet, la Linardi ringraziava le chiese protestanti per aver offerto la disponibilità ad accogliere i migranti.
E anche il comandante della nave, Arturo Centore, era tornato a chiedere lo sbarco immediato dei 47 a bordo: “Stanotte dormirò con i naufraghi, per terra, se mi verrà impedito di procedere allo sbarco entro sera. Non è una provocazione – ha detto ai volontari della Ong – ma un atto di solidarietà: non mi capacito di come vengano trattati, sono esseri umani, come me”.
Fonte: Ansa, Corriere della Sera