Sedici laureati in carcere in un anno: 349 detenuti iscritti

ROMA, 19 MAR – Sedici laureati e 349 iscritti all'Universita': sono i detenuti che, per costruirsi un futuro migliore, hanno deciso di tornare sui libri e darsi un'istruzione di alto livello. Una risicatissima minoranza, se si tiene conto che il numero dei reclusi in tutta Italia sfiora quota 67.000. Letterarie e giuridiche, le facolta' piu' gettonate dietro le sbarre. Mentre sono una ventina in tutta Italia i poli universitari istituiti dall'amministrazione penitenziaria grazie alle convenzioni con i vari atenei: l' accesso e' a volte subordinato al superamento di una selezione in cui conta anche il comportamento tenuto dal detenuto e in alcuni casi sono previste agevolazioni che vanno dall'iscrizione gratuita a sostegni per l'acquisto dei libri.

Tra i 16 laureati – rilevano i dati pubblicati oggi sul sito del ministero della Giustizia dall'ufficio statistiche e che sono aggiornati al 31 dicembre del 2010 – c'e' una sola donna e quasi un terzo del totale (5) e' diventato dottore in una disciplina letteraria, mentre un quinto (3) in diritto. Anche tra i 349 detenuti-studenti 'tira' soprattutto la facolta' di lettere (86),seguita a breve distanza da giurisprudenza (81) e dalle discipline di tipo politico-sociale (78). Matricole e iscritti sono quasi tutti italiani (298) e uomini (335). Il rapporto italiani-stranieri si inverte se si guardano i dati sui detenuti iscritti ai corsi scolastici: su un un totale di 14.805 studenti, gli stranieri sono 7.891 e il loro numero diventa preponderante nei corsi di alfabetizzazione (2.859 su un totale di 3.145) e di istruzione elementare (1.827 a fronte di 2.866). Meno della meta' degli iscritti ottengono pero' la promozione (6.462 cioe' il 43%) e di questi 3.479 sono stranieri.

Quanto ai poli universitari penitenziari, apri-pista e' stato quello di Torino, dove l'ammissione ai corsi delle facolta' di Scienze politiche e Giurisprudenza – che avviene in base a una selezione – e' aperta anche ai detenuti di altre sedi. I detenuti che superano il test sono ospitati in un'apposita sezione, dove compatibilmente con il sovraffollamento, ci sono condizioni piu' favorevoli alle esigenze di studio; ma per assicurarsi la prosecuzione degli studi devono superare almeno tre esami di profitto entro l'inizio dell'anno accademico successivo, dimostrare buona condotta e partecipare attivamente al programma di rieducazione. Attualmente sono 20, di cui sei stranieri: non pagano alcun contributo (testi,pc, tasse e eventuali borse lavoro sono erogate dalla Compagnia San Paolo), e possono concorrere, alla pari con chi e' fuori dal carcere, alle borse di studio erogate dall'Erdisu, l'ente regionale per il diritto allo studio.

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