Sei ragazzi segregati in campo rom a Gioia Tauro: arrestate mamma, nonna e zia

di Redazione Blitz
Pubblicato il 6 Novembre 2013 - 20:47 OLTRE 6 MESI FA

campo-romGIOIA TAURO (REGGIO CALABRIA) – Segregati in casa per chissà quanto tempo, con difficoltà a camminare per la lunga permanenza in una stanza. Sono stati trovati così dai carabinieri 4 bambini, tra i quattro e gli otto anni, e due ragazzi, di cui uno affetto da problemi psichici e motori, al secondo piano di una delle 17 palazzine che formano il villaggio rom di Gioia Tauro. La Procura di Palmi ha disposto l’arresto della mamma dei bimbi, Giovanna Bevilacqua, di 45 anni; della nonna Fiorina Amato (60) e della zia, Angela Amato.

Le tre donne arrestate sono accusate di sequestro di persona, maltrattamenti e riduzione in schiavitù. L’indagine è coordinata dal Procuratore della Repubblica dei minori di Reggio Calabria, Carlo Macrì, dal sostituto Francesca Stilla e dal procuratore di Palmi, Giuseppe Creazzo. Quando gli investigatori sono entrati nella stanza dove erano segregati i quattro minorenni ed i due ragazzi, hanno trovato escrementi e avanzi di cibo ovunque. I sei giovani erano in precarie condizioni igienico sanitarie. La stanza, inoltre, era senza luce e con scarsa aria. Quando sono stati portati all’esterno della stanza i bimbi ed i due ragazzi si sono coperti il volto con le mani perchè erano infastiditi dalla luce del sole. Gli inquirenti stanno cercando di ricostruire da quanto tempo ed il motivo per il quale erano stati segregati.

La stanza è stata individuata dagli investigatori nel corso di una perquisizione all’interno del villaggio rom di Gioia Tauro finalizzata alla ricerca di merce rubata. Durante l’operazione sono stati aperti tutti gli appartamenti e gli scantinati e, nella palazzina 13, è stata individuata una stanza chiusa all’interno della quale erano stati nascosti i sei ragazzi.

La nonna dei ragazzi segregati nel campo rom di Gioia Tauro, Fiorina Amato, di 60 anni, agli inquirenti ha sostenuto che all’interno della stanza era custodito solamente il ragazzo adulto con problemi psichici e motori e che tutti gli altri si sono nascosti quando “hanno sentito le sirene delle macchine delle forze dell’ordine”. La donna è stata sentita dagli inquirenti ai quali ha fornito una serie di giustificazioni sull’accaduto. La sessantenne ha sostenuto anche che il ragazzo era stato sistemato nella stanza perché si temeva che “potesse fare male a qualcuno”.

Poi Fiorina Amato, mentre veniva arrestata, si è detta dispiaciuta per quanto accaduto ed ha sostenuto che “mi occuperò dei miei nipoti, li farò andare a scuola e gli darò tutto quello che vogliono”. Quando gli investigatori sono entrati nella stanza hanno trovato una situazione definita “spaventosa” perché le condizioni igienico sanitarie erano “pessime”. I ragazzi, una volta liberati, hanno mostrato difficoltà a camminare come segno evidente di una “lunga reclusione della stanza dell’appartamento”.