ROMA – Il gip del Tribunale di Civitavecchia, Massimo Marasca, ha disposto il sequestro dell’oleodotto Civitavecchia-Fiumicino “finché non saranno installati adeguati sistemi di controllo atti ad impedire ulteriori reati”. Lo scorso novembre l’oleodotto fu oggetto di alcuni furti che causarono sversamento di kerosene nell’ambiente circostante.
Il procedimento al momento è contro ignoti. I prelievi e gli accertamenti tecnici, effettuati tra gli altri anche dall’Arpa Lazio, hanno evidenziato sversamenti di cherosene su terreni ed acque superficiali a Palidoro e Maccarese, nel comune di Fiumicino, con conseguente moria di pesci, uccelli e mammiferi acquatici.
Sono stati circa 30mila i litri di carburante fuoriusciti dall’oleodotto Civitavecchia-Fiumicino in seguito ai furti avvenuti il 6 novembre scorso che hanno causato lo sversamento sul terreno e nelle acque del territorio. Lo si legge nel decreto di sequestro firmato dal gip del Tribunale di Civitavecchia, Massimo Marasca. Il cherosene fuoriuscito, come riferito dall’Eni – proprietaria dell’impianto – durante la riunione dell’Unità di crisi al comune di Fiumicino, aveva interessato un percorso di 6 chilometri, toccando alcuni canali come il Rio Palidoro, ed il tratto terminale del fiume Arrone, “colpendo la vegetazione spondale dei medesimi canali e gli appezzamenti agricoli attigui, nonché la fauna acquatica (provocando la morte di: pesci, molluschi, crostacei, anfibi, uccelli e nutrie)”, ricorda il decreto di sequestro dell’oleodotto.