Sequestro Spinelli, arrestati parlano con i pm. Esclusa la pisa barese

Pubblicato il 21 Novembre 2012 - 20:38 OLTRE 6 MESI FA
Sequestro Spinelli, arrestati parlano con i pm. Esclusa la pisa barese

MILANO – Francesco Leone, uno degli arrestati per il sequestro del ragioniere Giuseppe Spinelli, tesoriere di Silvio Berlusconi, e sua moglie, ha iniziato a collaborare con i pm. Il pregiudicato barese è stato interrogato per circa mezz’ora e ha risposto alle domande. Il verbale è stato quindi secretato. Leone potrebbe essere riconvocato nei prossimi giorni per chiarire altri aspetti del sequestro. Poche ore prima aveva risposto alle domande del gip anche Marjus Anuta, uno dei tre cittadini albanesi arrestati nell’inchiesta. A riferirlo, in questo caso, è l’avvocato Maria Pia Licata, legale dell’uomo arrestato lunedì 19 novembre per l’accusa di sequestro di persona a scopo di estorsione.

Anuta ha risposto alle domande del gip Paola Di Lorenzo dicendo quello che sa sulla vicenda, ha riferito il suo legale, spiegando che il suo assistito “sta collaborando con gli inquirenti per quanto riguarda la sua posizione”. Agli interrogatori di garanzia è invece avvalso della facoltà di non rispondere Alessio Maier, mentre oltre ad Anuta avrebbe risposto alle domande del gip anche uno dei fratelli Tanko, due degli altri cittadini arrestati dalla polizia. A Leone i pm hanno chiesto conto anche del denaro al centro delle conversazioni con gli altri indagati e che, in un’ipotesi dell’accusa, rappresenterebbe il riscatto pagato per porre fine al rapimento.

Intanto fonti della Procura di Bari liquidano come “pura fantasia” il presunto collegamento tra la vicenda delle escort portate tra il 2008 e il 2009 da Gianpaolo Tarantini nelle residenze private di Berlusconi e il sequestro di Spinelli. Negli atti dell’indagine barese, depositati il 15 settembre 2011 e da allora pubblici, si parla delle almeno 30 ragazze portate da Gianpi a Palazzo Grazioli e Villa Certosa, buona parte delle quali si sarebbero prostituite con l’allora capo del governo. Nonostante le intercettazioni sull’inchiesta escort siano terminate nel luglio 2009, gli inquirenti baresi bollano come “prive di fondamento” le notizie relative a un ipotetico collegamento tra le due vicende.

L’ipotesi sembra nata dal fatto che una delle ragazze della scuderia Tarantini, Barbara Montereale, barese di 26 anni, all’epoca dei fatti – scrive la guardia di finanza nell’informativa conclusiva dell’inchiesta – aveva “una relazione sentimentale con Radames Parisi, pregiudicato per reati di mafia, affiliato del clan Parisi di Bari” e imparentato con il boss Savinuccio.