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Serena Mollicone: nuovo indagato 16 anni dopo il delitto, è un carabiniere

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Serena Mollicone: nuovo indagato 16 anni dopo il delitto, è un carabiniere

CASSINO – Un altro indagato, il quarto, per l’assassinio di Serena Mollicone, la studentessa di Arce uccisa più di sedici anni fa. E’ un carabiniere che lavora in un altro comune. L’ipotesi di reato è di concorso in omicidio volontario.

Vanno avanti inoltre le indagini sulla morte del carabiniere Santino Tuzi trovato cadavere nella sua auto nel 2008 ucciso da un colpo partito dalla sua pistola d’ordinanza. Il militare disse di avere visto Serena il giorno della scomparsa, il 1 giugno del 2001, entrare nella caserma dei carabinieri. Due giorni dopo fu trovata nel boschetto dell’Anitrella senza vita con mani e piedi legati e una busta di plastica in testa.  Oltre all’ultimo iscritto sono indagati per omicidio e occultamento di cadavere l’allora maresciallo Franco Mottola, la moglie e il figlio.

Serena Mollicone sarebbe morta soffocata dal nastro adesivo dopo aver riportato un trauma cranico (che ha coinvolto l’arcata zigomatica e l’occhio sinistro) provocato da “un unico forte impatto contro una superficie ampia e piana”. La perizia del medico-legale Cristina Cattaneo, responsabile dell’ Istituto di medicina legale di Milano, porta nuovi elementi per cercare di fare luce sull’omicidio della studentessa scomparsa il primo giugno del 2001 e ritrovata uccisa due giorni dopo, legata e imbavagliata, in un boschetto di Anitrella, in provincia di Frosinone. E porta nuovamente gli inquirenti ad accendere i riflettori sulla caserma dei carabinieri del paese in provincia di Frosinone.

Le lesioni al cranio della ragazza, secondo la perizia, sarebbero compatibili con un urto violento sulla porta danneggiata di un alloggio della caserma, sottoposta a sequestro. Il giallo “resiste” da oltre sedici anni ma ora la procura di Cassino vuole risolverlo individuando l’assassino della diciottenne, che aveva la passione per la musica e gli animali. La perizia, come spera anche Guglielmo Mollicone, il papà di Serena, potrebbe presto portare all’attesa svolta. “Stabilito che in via di elevata probabilità le lesioni contusive e le fratture al capo di Serena Mollicone sono la conseguenza di un urto del versante sinistro del capo contro una superficie piana e ottusa, compatibile con la porta in giudiziale sequestro – sottolinea la consulente nella sua perizia di 250 pagine -, va ricordato che la morte non è comunque da ricondursi a questo trauma”. E spiega: “Sembra quindi – si legge ancora – ipotesi maggiormente suffragata dai dati scientifici che Serena Mollicone, colpita alla testa, abbia riportato un trauma cranico, molto probabilmente produttivo di una perdita di coscienza, e che sia stata la chiusura delle vie aeree con del nastro adesivo (possibilmente anche insieme al sacchetto di plastica intorno al capo) a provocare l’arresto delle funzioni vitali per asfissia meccanica, probabilmente da soffocazione esterna diretta, vista la presenza di segni biomedici, seppur aspecifici, in questo senso quali l’enfisema polmonare e le petecchie subepicardiche”.

La perizia era stata chiesta degli inquirenti per conoscere possibili elementi sull’eventuale relazione tra la morte della diciottenne e la sua presenza, il primo giugno (giorno della sua scomparsa), nella caserma dei carabinieri di Arce, dove la giovane si sarebbe recata e dove gli investigatori hanno poi sequestrato una porta danneggiata in un alloggio. “Tra le ipotesi prospettate come causa della lesione sulla porta in sequestro – sostiene la consulente – quella della testa pare di gran lunga più probabile. Pertanto si può evincere che la lesione alla porta sia stata prodotta da un oggetto simile al versante sinistro del cranio di Serena Mollicone o dal suo stesso cranio”. Per l’omicidio ci sono tre indagati – l’ex maresciallo dei carabinieri di Arce Franco Mottola, la moglie e il figlio -, che si sono sempre sottoposti a tutti gli accertamenti ed esami, con esito negativo, svolti finora durante le complesse indagini. L’ipotesi su cui indagano i magistrati di Cassino è di omicidio volontario e occultamento di cadavere. Sugli indumenti di Serena sono stati infine rinvenuti numerosi elementi botanici che, secondo la relazione firmata da Cristina Cattaneo, sono ” del tutto coerenti” con il bosco in cui è stata rinvenuta la ragazza.

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