Sergio Chiamparino indagato verso dimissioni. Ma il Consiglio vuole respingerle

Sergio Chiamparino verso le dimissioni
Sergio Chiamparino (Foto Lapresse)

TORINO – L’ex sindaco di Torino e attuale presidente della Compagnia San Paolo, Sergio Chiamparino, indagato per abuso d’ufficio nell’inchiesta sulla gestione dei locali notturni ai Murazzi lungo il Po, è pronto a rimettere il proprio mandato. Ma il Consiglio Generale della Compagnia è orientato a respingere le dimissioni. Il gesto del presidente, certamente non dovuto, è considerato un atto di riguardo verso la Fondazione e anche per questa ragione tra i consiglieri sta prendendo corpo l’idea di respingere unanimemente le dimissioni.

Il fatto è che l’inchiesta sui bar della movida torinese non è esattamente uno scandalo di proporzioni colossali, come furono i vari Watergate et similia, ma la strategia adottata da Chiamparino, con un gesto non frequente di fronte a un avviso di garanzia, fa tanto vecchia scuola plebiscitaria ex Pci. Il retroscena di Marco Imarisio sul Corriere della Sera analizza coscienziosamente il metodo:

Come sempre quando il futuro è incerto, Chiamparino vuole capire se la sua posizione è davvero forte come indica la carica ricoperta finora o se rappresenta il classico esempio di generale senza esercito. Fece lo stesso nel 2002, al primo anniversario da sindaco, quando un imprenditore fece il suo nome in una storia di vecchie tangenti del Comune. Il patema d’animo durò un giorno. La procura disse che non c’era alcun reato, e tutto finì in gloria

Ed è quasi certo che la storia si ripeta. La sensibilità istituzionale del politico applicata alla banca sta già dando i suoi frutti. Sono molti gli attestati di solidarietà giunti all’indirizzo di Chiamparino che martedì sarà sentito dal pm. Il presidente dell’Acri, Giuseppe Guzzetti, esprime ”la piena fiducia nella correttezza amministrativa dell’amico e vicepresidente dell’Acri Sergio Chiamparino” e sottolinea “la solerzia con cui ha voluto separare questa vicenda dalla Compagnia di San Paolo, che tuttavia mi auguro respinga le sue dimissioni”. “Il gesto di Sergio Chiamparino – aggiunge l’attuale sindaco di Torino, Piero Fassino – dimostra ancora una volta la sua sensibilità istituzionale, ma chiunque lo conosca non può avere dubbi sulla assoluta trasparenza e correttezza dei suoi comportamenti amministrativi. Per questo mi auguro che il Consiglio Generale della Compagnia di San Paolo confermi la sua fiducia al presidente”.

Chiamparino, scrive ancora Imarisio,

Nonostante le apparenze ruvide, non ha mai avuto l’attitudine del solista. In fondo anche il suo è un atto dovuto. Sa bene che non resterà in Fondazione per sempre, che prima o poi arriverà il ritorno alla politica, già sfiorato con la formazione del governo Letta, dove è stato a lungo in ballo per un posto da ministro. Lunedì pomeriggio il Consiglio Generale della Compagnia sarà chiamato a decidere della sua sorte, che poi, dal suo punto di vista, è anche un buon modo per contarsi.

L’inchiesta, che coinvolge anche l’ex city manager Cesare Vaciago e l’ex assessore al Commercio, Alessandro Altamura, oggi segretario del Pd torinese, riguarda i rapporti fra i gestori dei locali e l’amministrazione comunale: le concessioni – secondo i magistrati che fanno riferimento a una delibera del 2009 – furono rinnovate nonostante il mancato pagamento dei canoni d’affitto. Ma Chiamparino, a Torino lo sanno bene, è sempre stato l’unico politico a contestare le pratiche dei militanti di quell’area, in Val di Susa e non solo.

Conclude Imarisio,

 

Adesso viene accusato di averli indirettamente aiutati, commettendo abuso d’ufficio anche in loro nome. La nemesi abita sulla riva sinistra del Po

 

 

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