Sergio Marchionne, il giallo sulla malattia. FCA conferma: “Le sue condizioni non erano note”

Sergio Marchionne, il giallo sulla malattia. FCA conferma: "Le sue condizioni non erano note" (foto Ansa)
Sergio Marchionne, il giallo sulla malattia. FCA conferma: “Le sue condizioni non erano note” (foto Ansa)

ROMA – L’improvvisa e inaspettata morte di Sergio Marchionne [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play] e la mancanza di informazioni da parte della Fiat Chrysler, sui media hanno generato delle ipotesi su quanto l’azienda sapesse e su cosa avrebbe dovuto rivelare. Secondo l’Ospedale universitario di Zurigo, il manager italo-canadese era già gravemente malato da un anno e le condizioni di salute non erano  state rese note agli azionisti delle società da lui gestite, tra cui Fiat Chrysler e Ferrari SpA.
La famiglia di Marchionne ha confermato via e-mail a Bloomberg che le società non erano state informate delle condizioni di salute fino alla scorsa settimana quando gli è stato comunicato che non sarebbe tornato al lavoro. Nell’ultimo anno, il super manager ha continuato a dirigere le società con un programma fittissimo e supervisionato la formazione di un nuovo piano quinquennale per Fiat Chrysler, che ha presentato lo scorso 1° giugno.
La sconvolgente rivelazione dell’Ospedale di Zurigo che Sergio Marchionne era gravemente malato da più di un anno ha sollevato l’ovvia domanda: come poteva uno stakanovista fumatore incallito nascondere la cosa ai colleghi più anziani?

Fiat Chrysler Automobiles NV ha dichiarato di non essere “a conoscenza dei fatti” relativi alla salute dell’ex amministratore delegato, nel periodo che ha preceduto l’intervento chirurgico alla spalla.
“Venerdì 20 luglio, la società è stata informata dalla famiglia di Marchionne del grave deterioramento delle sue condizioni di salute e che, di conseguenza, non sarebbe stato in grado di tornare al lavoro. La società ha quindi prontamente assunto e annunciato le necessarie iniziative il giorno seguente”, ha dichiarato in un comunicato Fiat Chrysler.
L’ospedale di Zurigo, rompendo il protocollo al fine di placare le voci attorno alla morte e alle cure fornite a Marchionne, è intervenuto apertamente e in un comunicato ha dichiarato che “da oltre un anno si recava a cadenza regolare presso il nostro ospedale per curare una grave malattia. Nonostante il ricorso a tutti i trattamenti offerti dalla medicina più all’avanguardia, il signor Marchionne è purtroppo venuto a mancare”.
L’unica comunicazione emessa da una delle società riguardo alla salute di Marchionne, risale al 5 luglio. In una dichiarazione rilasciata quel giorno, Fiat Chrysler disse che il CEO aveva subito un’operazione a una spalla per una malattia non specificata, che avrebbe richiesto solo un “breve periodo” di convalescenza. Era stato visto l’ultima volta in pubblico il 26 giugno, durante un evento a Roma.
Nel corso della settimana, i report dei media italiani avevano ipotizzato che Marchionne avesse il cancro, tuttavia le persone vicine al defunto manager avevano riferito a Bloomberg News che era falso, rifiutando di entrare nel dettaglio delle condizioni di salute, citando il desiderio di privacy della famiglia, tranne per sostenere che la causa più probabile della morte era stato l’arresto cardiaco in seguito all’intervento.
Stabilire cosa dire agli azionisti sulla salute di un leader aziendale è un dilemma legale e morale che può disorientare persino i membri del consiglio più esperti.
In primo luogo, l’aspetto legale: la US Securities and Exchange Commission non richiede specificamente alle aziende di rivelare i problemi di salute dei dirigenti. I problemi di salute sono raggruppati in qualsiasi altro cambiamento “materiale” che potrebbe forzare una rivelazione, come un fallimento o un incendio che distrugge una fabbrica importante.
La definizione “materiale” è inesatta ma un errore rischia di far trovare una società di fronte a cause legali da parte di investitori che potrebbero pretendere di celare informazioni che spostano il mercato. Fiat Chrysler è quotata a New York e Milano.

Poi, c’è l’aspetto morale: proprio come chiunque altro, un amministratore delegato dovrebbe essere libero di affrontare la malattia lontano dal clamore dei media e dalle richieste degli azionisti. Inoltre, a volte i consigli di amministrazione non sono più coinvolti rispetto agli investitori. Un dirigente potrebbe non tenere sempre al corrente il consiglio dei problemi di salute, specialmente quelli che sembrano gestibili.
Stando attenti alle critiche, alcune società statunitensi hanno peccato per eccesso di zelo sulla condivisione dello stato di salute dei dirigenti. Quando nel 2014 al CEO di JPMorgan Chase & Co. Jamie Dimon è stato diagnosticato un cancro alla gola, la società ha fornito ai dipendenti e agli azionisti i dettagli della diagnosi, le cure a cui sarebbe stato sottoposto, conquistando elogi da investitori come Warren Buffett.
“Tutti hanno diritto alla privacy ma le aziende dovrebbero rendere una condizione per la nomina di CEO il fatto che terrà il consiglio totalmente informato su eventuali problemi di salute” che potrebbero essere significativi, ha detto Harvey Pitt, un ex presidente della Securities and Exchange Commission. “Se una persona è fondamentale per il business e la rilevanza della malattia diventa evidente, le aziende devono prendere in considerazione l’idea di dare un qualche tipo di informazione”.

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