Il servizio civile a rischio. Troppi tagli, riuscirà a sopravvivere?

ROMA – Il servizio civile rischia grosso A fine ottobre infatti il Parlamento ha reso noto il contenuto del disegno di legge di stabilità preparato dal Governo e assegnato alla Commissione Bilancio. Ebbene, da una prima lettura dell’atto del Senato 2968, viene subito da chiedersi che fine farà il Servizio civile nazionale, proprio nel decimo anno della sua istituzione.

Un taglio dei fondi quasi del 40% Il documento prevede forti riduzioni al fondo per il Scn, che per il 2012 verrebbe ridotto a 68,8 milioni di euro, a fronte dei 113 attualmente previsti. Se tutto ciò fosse confermato, si tratterebbe di un taglio del 39%, che permetterebbe di finanziare nel 2012 appena 10mila volontari, la metà dei posti disponibili per il bando dello scorso anno. La Cnesc, la Conferenza nazionale degli enti di servizio civile, si è detta «indignata per l’ulteriore taglio che il Governo ha deciso di fare delle già scarse risorse economiche previste per il servizio civile». Se si passasse a 68,8 milioni nel 2012 – milioni che «non sono neanche sufficienti a coprire i costi nel 2012 dei posti messi a bando recentemente», accusano gli enti – dai 299 milioni stanziati per il 2008, il taglio, in 4 anni, sarebbe pari a oltre il 400%. Inoltre sono previsti ulteriori riduzioni anche per il 2013 e il 2014, con rispettivamente 76,2 e 83,8 milioni stanziati.

Si va dunque verso l’azzeramento del servizio civile? «Colpisce l’irresponsabilità di un Governo», risponde in una nota scritta la Cnesc, «che vuole far morire una delle poche esperienze di cittadinanza attiva, di investimento positivo per i giovani». E «colpisce inoltre che lo stesso Governo che sostiene che il Servizio Civile Nazionale sia la forma complementare alle forze armate di difesa della Patria con mezzi e strumenti non armati e non violenti», aggiungono gli enti della Conferenza, «poi tagli le risorse per gli studenti, i poliziotti, i soldati, gli insegnanti, i disabili, i giovani del Scn e mantenga le risorse per le armi e le cricche. Basta con la logica dell’emergenza che maschera la non volontà di investire sui giovani e sul futuro di questo nostro Paese».

Anche gli stranieri interessati Mentre l’offerta smagrisce a vista d’occhio, l’interesse dei giovani rimane altissimo. Nel bando nazionale dell’ottobre 2010, ad esempio, per nemmeno 20mila posti sono arrivate oltre 70mila domande, ovvero più del triplo di quelli disponibili. E questa tendenza non sembra rallentare, anche grazie a nuove inattese richieste: è notizia di questi giorni che un giovane pakistano residente in Italia da 15 anni ha presentato ricorso per discriminazione contro la Presidenza del Consiglio dei ministri. Motivo? La legge impedisce agli immigrati di svolgere il servizio civile volontario. Se questo ricorso andasse a buon fine, le porte del Scn si potrebbero aprire anche per gli oltre 800mila stranieri residenti in Italia che hanno tra 18 e 28 anni. Sempre che queste porte nel frattempo non diventino sempre più strette.

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