La setta del macrobiotico: adepti manipolati, affamati e costretti a lavorare gratis

di Redazione Blitz
Pubblicato il 14 Marzo 2018 - 09:17 OLTRE 6 MESI FA
La setta del macrobiotico: adepti manipolati, affamati e costretti a lavorare gratis

La setta del macrobiotico: adepti manipolati, affamati e costretti a lavorare gratis

ROMA – Vittime manipolate e ridotte in schiavitù attraverso il rigido controllo dell’alimentazione e la negazione di ogni contatto con il mondo esterno: sono le accuse nei confronti degli appartenenti ad una setta che operava nel campo dell’alimentazione macrobiotica tra le Marche e l’Emilia Romagna, smantellata dalla Polizia. Cinque le persone indagate al termine delle indagini delle squadre mobili di Ancona e Forlì, supportate dal Servizio centrale operativo, con accuse che, a vario titolo, vanno dall’associazione a delinquere finalizzata alla riduzione in schiavitù ai maltrattamenti, dalle lesioni aggravate all’evasione fiscale.

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L’inchiesta è partita all’inizio del 2013 grazie alla denuncia di una ragazza: ai poliziotti la giovane ha raccontato di aver creduto ai benefici miracolosi promessi dal capo della setta – un noto imprenditore del settore macrobiotico – secondo il quale la sua dieta sarebbe stata in grado di guarire malattie incurabili. la ragazza quando ha deciso di intraprendere la dieta non aveva problemi di peso ma è stata comunque sottoposta ad un dieta da fame giungendo ad a pesare 35 kg.

Attraverso il controllo dell’alimentazione e la negazione dei contatti con il mondo esterno, la setta era riuscita a gestire ogni aspetto della vita degli adepti, fino a pretendere da loro diverse donazioni di denaro. Agli indagati vengono anche contestati una serie di reati di natura finanziaria per aver evaso il pagamento delle tasse per centinaia di migliaia di euro.

Le indagini della Polizia hanno accertato che il rigido stile di vita imposto dal maestro, attraverso le cosiddette diete in numero di 5 (gradualmente sempre più ristrette e severe) e le lunghe conferenze da lui tenute, durante le quali si parlava per ore della forza salvifica della sua dottrina alimentare, erano volte a plasmare un asservimento totale delle vittime.

Tutta la loro vita, scrive l’Ansa che riporta le parole dell’accusa, sarebbe stata gestita dal maestro che sarebbe riuscito a manovrare a suo piacimento il mondo macrobiotico e si sarebbe avvalso dei suoi collaboratori, facenti parte della “segreteria”, attraverso “capizona” e “capicentri”, dislocati in varie parti d’Italia, all’interno dei “Punti Macrobiotici”. Gli adepti sarebbero stati convinti ad abbandonare il loro lavoro e in genere ad abiurare la precedente vita e a “lavorare” per l’associazione quale ringraziamento per il messaggio salvifico ricevuto; di fatto, è la conclusione degli investigatori, si sarebbe trattato di sfruttamento, costretti a lavorare per molte ore e, nella migliore delle ipotesi, sottopagati.