Niente soldi, niente casa: 2010, boom di sfratti

Pubblicato il 30 Luglio 2011 - 08:02 OLTRE 6 MESI FA

MILANO – Niente soldi, niente casa. E il sogno di una vita va in fumo. Il 2010 è stato un anno difficile per le famiglie italiane. Una conferma in più arriva dai dati riguardanti gli sfratti, in forte crescita nell’anno passato. A renderlo noto sono state Cgil e Sunia (sindacato degli inquilini) analizzando i dati del ministero dell’Interno. Secondo la ricerca, l’anno scorso sono stati operati più di 65mila sfratti, con una crescita del 6,5 percento rispetto al 2009. Un dato che purtroppo segna un record, il più alto degli ultimi quindici anni.

Nel dettaglio, la ricerca ha appurato, rispetto al 2009, un aumento degli sfratti esecutivi dell’8,1%. Quelli per morosità hanno fatto registrare un costante aumento sia in termini assoluti sia in termini percentuali. Nel 1983, infatti, con quasi 18mila provvedimenti rappresentavano il 13% degli sfratti emessi, mentre nel 1997 avevano raggiunto quota del 50% del totale con più di 26mila. L’anno scorso, punto culminante di questa ascesa, gli sfratti per morosità sono stati 56mila circa, evidenziando una crescita del 9 percento sul 2009 e addirittura del +29% nel biennio 2008-2010. Puntando l’occhio direttamente sui nuclei familiari si scopre che lo scorso anno si è arrivati al rapporto di uno sfratto ogni 380 famiglie, a fronte di un provvedimento ogni 539 nuclei nel 2001 e uno ogni 401 famiglie nel 2009.

Dal punto di vista territoriale, invece, le città con più sfratti emessi lo scorso anno sono Roma (con 6.710), seguita da Milano (6.466), Torino (3.010) e Napoli (2.932). Per quanto riguarda la ripartizione regionale, il maggior numero di provvedimenti emessi si concentra in Lombardia (13.865 provvedimenti pari al 21,2% del totale nazionale), seguito dal Lazio (7.533, con l’11,5%) e dall’Emilia Romagna (7.054, 10,8%). La drammaticità di questi dati, sostiene la responsabile delle politiche abitative per la Cgil nazionale, Laura Mariani, dimostra “la necessità impellente di misure di sostegno ai redditi delle famiglie che hanno spesso incidenze dell’affitto oltre la soglia critica per l’equilibrio familiare: metà di quelle in affitto ne dichiarano eccessivamente gravoso il carico, quasi un terzo di queste ha arretrati tra canone e bollette”.

Cgil e Sunia quindi, all’interno della mobilitazione del sindacato di Corso d’Italia contro la manovra economica, fanno sapere che metteranno in campo iniziative in tutto il paese per rivendicare “lo spostamento della tassazione sui redditi più alti, sui grandi patrimoni e sulle rendite, per aiutare i redditi più bassi e lo sviluppo, il rilancio dell’edilizia sociale, la riforma del regime delle locazioni”. Assieme alla proposta di un ‘Patto per l’abitare’ che, attraverso un piano per l’affitto sostenibile, sia in grado contemporaneamente di fornire una risposta al fabbisogno abitativo e agire come volano per lo sviluppo dell’occupazione nel settore.