Le tasse napoletana sui rifiuti in tasca: perquisita una società milanese

Pubblicato il 20 Giugno 2011 - 13:34 OLTRE 6 MESI FA

MILANO – La Guardia di Finanza di Milano sta eseguendo una serie di perquisizioni, anche negli uffici del Comune di Napoli, nell’ambito di un’inchiesta della procura di Milano su un peculato da 50 milioni di euro relativo ad una societa’ che avrebbe dovuto riscuotere le tasse sui rifiuti, ma si sarebbe intascata i proventi.

L’inchiesta ha portato all’esecuzione di cinque ordinanze di custodia cautelare e tra gli indagati, a quanto si e’ appreso, ci sarebbe anche un alto dirigente del Comune di Napoli. Da quanto si e’ saputo, la societa’ concessionaria nella riscossione dei tributi per conto del Comune di Napoli e anche di altri Comuni avrebbe trattenuto i proventi per 10 anni.

Nell’inchiesta viene contestato alla societa’ anche il reato di bancarotta fraudolenta per un buco da 18 milioni di euro per distrazione dei fondi. Per questo l’inchiesta e’ affidata alla procura di Milano poiche’ la societa’ ha sede a Milano e il reato piu’ grave, quello di bancarotta, attrae il reato di peculato.

I finanzieri della sezione di Polizia giudiziaria del Nucleo di Polizia Tributaria della Gdf di Milano stanno eseguendo nel capoluogo lombardo e in provincia di Bergamo un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip di Milano Micaela Curami, nei confronti di cinque persone. Due in carcere e tre ai domiciliari. Gli arrestati sono accusati, a vario titolo, di bancarotta fraudolenta e peculato.

L’inchiesta, coordinata dai pm Luigi Orsi e Sergio Spadaro, ha accertato che una societa’ milanese, la Aip, incaricata della liquidazione, dell’accertamento e della riscossione di tributi ed altre entrate, come la Tarsu (la tassa sui rifiuti), l’Ici, pubblicita’, Tosap, multe, condoni per alcuni enti locali, tra cui i Comuni di Napoli, Bordighera, Siderno, Grumo Nevano, Oppido Mamertina, sottraeva fraudolentemente somme per circa 50 milioni di euro. Inoltre, gli indagati avrebbero distratto i fondi della societa’, poi fallita nel 2009, per circa 18 milioni di euro.

La Gdf sta effettuando perquisizioni presso enti locali, abitazioni e sedi di societa’. In particolare, nel corso delle indagini e’ emerso, a partire dal 2001, un flusso finanziario in uscita dalla societa’ poi fallita diretto a due soggetti risultati essere amministratori di fatto della stessa. Nel 2005 alla societa’ milanese e’ subentrata nella gestione dei tributi un’altra impresa, la Elpis, con sede a Napoli e a capitale misto (con soci il Comune di Napoli e la prima societa’), che sarebbe stata sempre controllata di fatto dagli indagati, i quali hanno continuato a drenarne i fondi, anche mediante fittizi contratti di outsourcing con la stessa. Nell’ inchiesta sono indagate altre 5 persone, tra cui un alto dirigente del Comune di Napoli.