Sicilia, stop cantieri edili. “Stato non paga, noi non finiamo”. E se gli altri?

Pubblicato il 5 Novembre 2012 - 17:27 OLTRE 6 MESI FA
Rosario Crocetta, neo governatore della Sicilia (Ansa)

PALERMO –  La grana scoppia in Sicilia. Ed è una grana non da poco per un governatore appena eletto, Rosario Crocetta, che è ancora alle prese con una squadra di governo tutta da costruire. Perché mentre Crocetta cerca di mettere su i mattoni della sua  giunta, i mattoni veri, quelli che mettono le imprese edili, rischiano di fermarsi e non per poco.

“Colpa” delle imprese edili di Sicilia stanche di spendere e lavorare oggi per soldi, che dovrebbero essere incassati in tempo accettabile, e che invece dalla pubblica amministrazione arrivano in ritardo e col contagocce. Così, durante un’assemblea straordinaria convocata dall’Ance regionale con Confindustria Sicilia, le altre associazioni e i sindacati, gli imprenditori hanno deciso di chiudere alcuni cantieri fino a gennaio. Cantieri che da tempo vantano crediti per 1,5 miliardi di euro con la pubblica amministrazione.

Ma la grana, per ora siciliana, potrebbe diventare grana nazionale. Perché la crisi e i pagamenti della pubblica amministrazione che non arrivano mai sono problema di tutta la penisola. Non a caso il governo Monti ha provato a metterci una pezza. Un po’ per favorire la crescita e un po’ sotto la “solita” minaccia europea. Quindi è arrivata la norma che vincola la pubblica amministrazione a pagare entro 30 giorni (e solo in alcuni casi eccezionali 60) per evitare interessi salati, un pagamento aggiuntivo degli interessi pari all’8%, con una maggiorazione di un punto rispetto al tasso di riferimento della Bce.  Peccato che la norma si applichi solo ai nuovi contratti, quelli stipulati dopo il 2013, e comunque dopo l’entrata in vigore della legge.

Intanto, scrive l’Adn Kronos,  la protesta avrebbe già prodotto i primi risultati:

 “Il ministero della Difesa ha pagato le imprese per le opere realizzate e lo stesso sta facendo l’Anas. La Regione siciliana, che in un primo momento aveva annunciato uno stanziamento di appena 26 milioni di euro su un debito per infrastrutture di 409 milioni, avrebbe, ma la notizia non e’ ancora ufficiale, aumentato il budget a 65 milioni, piu’ 130 milioni di euro per nuovi impegni di spesa nel 2013”

Fino a quando non  ci sarà un incontro con Crocetta, però, la miccia resta accesa. Come la decisione di chiudere fino a gennaio “per causa di forza maggiore” tutti i cantieri di quelle aziende che abbiano maturato crediti superiori al 25% dell’importo dell’opera, ponendo il personale in cassa integrazione.