Crepe nella sicurezza Fs a Tiburtina? 300 uomini e il sistema anti-incendio fai da te

ROMA – Corto circuito elettrico e la stazione Tiburtina va in tilt: lo scenario non è dei più consolanti per il secondo snodo di Roma, nonché luogo destinato a diventare il raccordo dell’Alta Velocità verso Sud in tutta Italia, dove si sta progettando un impianto da 50 mila metri quadrati per 330 milioni di euro. Quello che hanno chiamato rogo, incendio o fiamme ha di fatto svelato le crepe nel sistema delle ferrovie in Italia e le falle nella sicurezza.

Anche questa volta hanno accusato i rom per un furto di rame all’origine del disastro e invece questa pista non porta da nessuna parte. Quello della stazione Tiburtina è stato davvero un “evento imponderabili ed imprevedibile” come ha detto il ministro dei Trasporti? In realtà sono ben 300 gli uomini addetti alla sicurezza della rete, ma nessuno si è accorto di nulla e nessuno ha potuto prevenire tutto quello che è successo.

Spente le fiamme però restano le conseguenze: tutti i disagi del blocco della stazione si ripercuoteranno sui viaggiatori e come ricorda il Fatto quotidiano, “quattordici anni fa, per molto meno vacillò la poltrona dell’amministratore Fs di allora, Giancarlo Cimoli. Quella volta ci andò di mezzo la stazione Casilina, meno importante della Tiburtina di oggi, con una gru che cadde su quell’unico binario rimasto libero dopo il deragliamento dell’espresso Reggio Calabria-Torino, spezzando in due anche in quel caso l’Italia dei treni”.

Lo scalo gestito da Rfi inoltre, sempre secondo quanto scrive il Fatto, ha l’impianto antincendio fai-da-te, ovvero “i proprietari possono autocertificarne la funzionalità”.

Cosa è successo allora a Tiburtina, dov’era la sicurezza? Stando a quanto scrive il Fatto la security Fs è fatta di circa 500 persone, uno ogni 160 dipendenti, agli ordini dell’ex capitano della Guardia di Finanza Franco Fiumara, un militare appartenente a quel gruppo di finanzieri che avevano organizzato la security già ai tempi di Lorenzo Necci, come Raffaele Ferrara, ora capo dei Monopoli di Stato, o Mauro Floriani,  marito della deputata Pdl Alessandra Mussolini.

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