Silvia Romano, anche una poesia sul portone di casa: "Perdonali perché non sanno quale dio pregare" Silvia Romano, anche una poesia sul portone di casa: "Perdonali perché non sanno quale dio pregare"

Silvia Romano, anche una poesia sul portone di casa: “Perdonali perché non sanno quale dio pregare”

MILANO  –  Insulti ma anche una poesia: sul portone del palazzo in cui vive Silvia Romano al Casoretto a Milano sono comparsi dei versi. 

“Perdonali Silvia. Perché non sanno quello che dicono. Purtroppo, non sapranno mai cosa dire. Perché anche se loro vanno in chiesa tutte le domeniche non sanno per quale dio pregare”, recita il testo dedicato alla cooperante milanese e firmato dall’artista Riccardo dell’Orfano. 

La poesia, un messaggio contro i tanti insulti ricevuti dalla ragazza dopo il ritorno in Italia e l’annuncio della conversione all’Islam, si conclude così: “E se l’umano che crede in dio diventa disumano, allora non credo più in dio, credo in me e in te Silvia Romano”.

Insulti e minacce a Silvia Romano: pattuglia sotto casa e inchiesta

La casa di Silvia Romano è sorvegliata da pattuglie di polizia dal giorno dell’arrivo della giovane cooperante rapita in Kenya il 20 novembre 2018 e liberata pochi giorni fa in Somalai. 

Dalla vetrata del portone nel quartiere Casoretto sono stati tolti quasi tutti i cartelli con i messaggi di benvenuto per la giovane cooperante.

Ma sono moltissimi anche gli insulti e le minacce ricevuti da Romano anche da parte di esponenti politici, tanto che la Procura di Milano ha aperto un’inchiesta per minacce aggravate.

Dopo una visita di controllo “doverosa” da parte del suo medico, Silvia Romano è stata sentita assieme alla madre, Francesca Fumagalli, dal responsabile dell’antiterrorismo milanese Alberto Nobili e dai carabinieri del Ros che indagano per minacce aggravate e sono in contatto con i colleghi di Roma che invece hanno aperto un fascicolo sul sequestro vero e proprio.

Silvia Romano ha avuto un lungo colloquio con gli inquirenti e gli investigatori milanesi ai quali ha confidato di sentirsi “serena” nonostante tutto.

Si è trattato di un’audizione in cui la giovane cooperante si è fatta conoscere e nella quale, oltre a parlare del suo periodo di volontariato trascorso in Kenya, ha messo in fila le minacce e gli insulti che, da quando è scesa dalla scaletta dell’aereo a Ciampino, sono andati moltiplicandosi e che l’hanno convinta ad aumentare la privacy anche sul suo profilo Facebook.

Tra questi pure un post di Vittorio Sgarbi, il quale ha scritto che la giovane “va arrestata” per “concorso esterno in associazione terroristica”: messaggio che verrà vagliato dalla magistratura milanese, così come quello di Nico Basso, consigliere comunale di Asolo (Treviso), ‘venetista’ capogruppo della civica “Verso il futuro”, ed ex assessore leghista, che sotto la foto della giovane ha scritto “impiccatela” assieme ad alcuni biglietti e lettere e messaggio apparsi sul web con frasi davvero pesanti.

Proprio per proteggerla, la palazzina dove vive e che si trova in uno dei quartieri popolari di Milano, è presidiata notte e giorno dalle forze dell’ordine. (Fonte: Ansa)

 

 

 

 

 

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