Simona Riso, le chiavi di casa e la sim card nella tasca dei jeans

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Simona Riso

ROMA – Le chiavi di casa e una carta sim in tasca. Così è stata ritrovata Simona Riso, la ragazza di 28 anni morta a Roma dopo una misteriosa caduta dal terrazzo del palazzo in cui abitava, nel quartiere San Giovanni. Ma se il mazzo di chiavi è per i familiari la prova che la ragazza non voleva uccidersi, ma era uscita forse con qualcuno con l’idea di tornare, non si sa quale sia il senso di quella sim. Una carta che Simona utilizzava per il telefonino e per il tablet che usava quotidianamente. Era rimasta nella tasca dal giorno prima? Oppure Simona era uscita portando appositamente quella sim con sé, e perchè?

La scheda è ora al vaglio degli inquirenti, così come a giorni dovrebbe uscire l’esito dell’esame tossicologico. La famiglia vuole anche appurare, tramite il suo avvocato, se Simona potesse essere salvata. Quella frase ai soccorritori, “sono stata violentata”, l’ha dirottata nel pronto soccorso di ginecologia. Se invece fosse stata immediatamente curata per i traumi della caduta poteva salvarsi? I medici sono stati negligenti?

«Non è escluso che Simona si potesse salvare – spiega l’avvocato Russo – vedremo se ci sono state inefficienze all’ospedale e se le procedure nei soccorsi siano state rispettate. Del caso si sta occupando il nostro medico legale, la professoressa Susanna Agostini che si è messa a disposizione gratuitamente come molti altri professionisti che vogliono la verità sulla tragica fine di Simona».

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