Simona Riso mandò sms la notte della sua morte: cugino e coinquilini interrogati

Simona Riso mandò sms la notte della sua morte: cugino e coinquilini interrogati
Simona Riso

ROMA – Simona Riso passò la notte a mandare sms prima di morire. E sono almeno 4 o 5 le persone che gli inquirenti dovranno incontrare per cercare di ricostruire la tragica notte della morte di Simona, ragazza romana di 28 anni. I primi ad essere ascoltati sono Francesco Stagno, cugino di Simona, e i due studenti francesi in Erasmus in Italia che condividevano la casa con lei. Gli inquirenti inoltre sentiranno i due infermieri che hanno soccorso la ragazza, ricoverata poi all’ospedale San Giovanni.

Il legale della famiglia Riso ha dichiarato che un investigatore privato indagherà su quanto accaduto e di aver già richiesto la cartella clinica di Simona, per stabilire se vi siano stati o meno errori da parte dei medici dell’ospedale.

Fulvio Fiano e Rinaldo Frignani sul Corriere della Sera scrivono:

“I primi tre a dover fornire spunti al pm Attilio Pisani e al procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani sono le ultime persone ad aver verosimilmente visto la giovane ancora in vita: il cugino Francesco Stagno, che per primo ha parlato di farmaci e depressione della parente avvalorando l’ipotesi del suicidio, e la coppia di fidanzati francesi, studenti a Roma per l’Erasmus, che condividevano l’appartamento di via Urbisaglia con Simona. Quando alle 9.15 di mercoledì scorso i carabinieri hanno suonato alla porta, in casa c’erano solo Stagno e la ragazza francese che facevano colazione ignari che Simona fosse morta e da ore il palazzo fosse in subbuglio”.

Gli inquirenti tentano poi di rintracciare due infermieri che erano sull’ambulanza che soccorse la ragazza:

“Da rintracciare ci sono ancora gli infermieri dell’equipaggio dell’ambulanza che ha trasportato Simona in fin di vita all’ospedale San Giovanni: sono loro ad aver raccolto le sue ultime parole, soprattutto quel «mi hanno violentato» che al pronto soccorso ginecologico non ha più ripetuto ai medici, tanto che sul referto la paziente viene definita «non collaborativa»”.

Ma non essendoci traccia di violenza sessuale, c’è da chiedersi quali siano state le ultime parole della ragazza, sottolinea il Corriere della Sera. Sebastiano Russo, avvocato della famiglia Riso, ha dichiarato di essere pronto ad assumere un investigatore privato:

“«Vogliamo anche capire se siano stati veramente commessi errori medici al San Giovanni, acquisiremo la cartella clinica. Se le cose stanno veramente così, si tratta di una doppia tragedia»”.

Gli inquirenti poi analizzano pc e telefono di Simona, per ricostruire la sua ultima notte:

“Per capire gli ultimi spostamenti di Simona sarà controllato anche l’ambiente dove lavorava, un albergo in viale Egeo, all’Eur: il giorno prima di morire la giovane era stata a riposo per turno, ma la notte, nonostante si dovesse svegliare alle 4.30, era rimasta sveglia fino a tardi. A confermarlo c’è lo stato attivo dei messaggi whatsapp sul telefonino”.

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