Simona Riso, la sorella Nunzia sapeva della violenza in famiglia?

simonarisoROMA – La sorella Nunzia era l’unica a sapere. L’aveva accolta a Milano, avevano viaggiato insieme. Lei e lo psichiatra forse sono le uniche due persone a sapere se Simona Riso abbia davvero subito una violenza da bambina. Un particolare che potrebbe spiegare un suicidio e quelle parole pronunciate dalla ragazza ai soccorritori del 118: “Sono stata violentata”.

Non la denuncia di quello che era appena successo: perché Simona, morta poco dopo il ricovero per le lesioni interne, è morta a causa della caduta dal terrazzo condominiale. Ma forse l’ultimo, disperato, tentativo di rendere pubblico un dolore segreto, intimo, cui nessuno voleva credere. Sui giornali si legge di una violenza subita da parte di qualcuno della famiglia. Va detto che i familiari, soprattutto il fratello, smentiscono la circostanza e affermano che i problemi psicologici avuti da Simona non l’avrebbero spinta al suicidio.

Fatto sta che ci sono episodi di autolesionismo e tentativi di suicidio nel passato di questa giovane. Lo psichiatra che l’aveva in cura l’aveva raccomandata all’affetto della sorella e così si sono trovate entrambe a vivere a chilometri di distanza dalla Calabria, a Milano. Gli inquirenti per capirne di più ascolteranno i familiari di Simona e il suo psichiatra. L’avvocato della famiglia Riso, Sebastiano Russo, non nega che ci possa essere un episodio di violenza nel passato della giovane:

“Il pm sta verificando ogni ipotesi. Noi per ora vogliamo capire che è successo alla ragazza tra le 5 alle 7 del 30 ottobre – spiega l’avvocato della famiglia Sebastiano Russo – se si è buttata di sotto, se qualcuno l’ha buttata o se è caduta accidentalmente. E’ possibile che ci sia un episodio traumatico alle spalle di Simona, ma dire che abbia a che fare con quel che è accaduto il 30 ottobre, non lo so. Non ha senso rivangare il passato prima di sapere che è avvenuto pochi giorni fa”.

Gestione cookie