ROMA, 21 MAR – Non sarebbe riconducibile ad un morso la ferita individuata sul capezzolo sinistro di Simonetta Cesaroni, uccisa con 29 coltellate il 7 agosto del 1990 in uno stabile di via Poma a Roma. E' la conclusione a cui sono giunti i consulenti nominati dalla corte d'assise d'Appello chiamati a chiarire le cause della morte della ragazza.
Il morso era stato uno degli aspetti chiave per la condanna in primo grado dell'ex fidanzato di Simonetta, Raniero Busco, a 24 anni di reclusione con l'accusa di omicidio volontario.
''Le due minime lesioni escoriative seriate poste al quadrante supero-mediale della base d'impianto del capezzolo sinistro – scrivono nella perizia di oltre 260 pagine -, non sono in grado di configurare alcun morso, oltretutto mancando l'evidente traccia di opponente, per cui restano di natura incerta'', per i periti ''potrebbe essere di tutto''. Secondo la perizia, le lesioni potrebbero essere attribuite ''ad una unghiatura parziale per strizzamento tra due dita del capezzolo ove sul posto il contatto avvenne propriamente con il margine ungueale e dall'altra parte ebbe ad agire solo il polpastrello; oppure all'azione di un altro mezzo escoriativi, teoricamente spicole ed apici dentari compresi (indentazione), ove la superficie di contatto e strusciamento fu limitatissima e magari appuntita''.
A parere dei consulenti quella del morso è una ''ipotesi'' formulata dai periti tecnici della Procura di Roma. ''Su tale semplice ipotesi in seguito – si legge nella perizia di oltre 200 pagine – sono state sviluppate una serie di consulenze tecniche odontoiatriche forensi indubbiamente affascinanti e suggestive per la sofisticazione delle ricostruzioni proposte che si spingono ad indicare per l'accusa, una compatibilita' con la particolare dentatura dell'imputato Busco, mentre per la difesa ciò non sarebbe possibile pur non negando affatto la verosimiglianza del morso con modalita' particolari, senza poterlo tuttavia riferire all'imputato''. Gli esperti si pronunciano, poi, sulla posizione e sulla dinamica con cui il presunto morso sarebbe stato lasciato sul seno di Simonetta: una ricostruzione che appare ''inverosimile'' e ''impossibile ad un essere umano''. Nella perizia viene messo in luce che ''le due piccole escoriazioni sono state studiate partendo da una vecchia fotografia, neppure esattamente prospettica ed anche se sono stati utilizzati metodi di correzione informatici, cio' non offre certezze''.