Sinodo, giallo lettera cardinali al Papa contro comunione divorziati

Sinodo, lettera a Papa contro comunione divorziati: è giallo
Sinodo, lettera a Papa contro comunione divorziati: è giallo

ROMA – Una lettera con 13 firme. Lettera in inglese (primo sgarbo) in cui c’è scritto più o meno che la strada della comunione ai divorziati è la strada sbagliata(secondo sgarbo). O che quantomeno è sbagliata la scelta di Papa Francesco di affrontare questo tema nel Sinodo con una profonda apertura al tema. E sotto, appunto, tredici firme di altrettanti cardinali conservatori.

Ma la lettera è un caso. Perché già 4 di quei tredici hanno negato di aver visto o firmato un foglio simile. E nessuno degli altri 9 ne ha rivendicato la paternità. E a questo punto il rischio che o la lettera o le firme siano false è concreto: resta, per ora, un mistero.

Tutto comincia quando il vaticanista Sandro Magister sul suo blog riporta la lettera di contestazione rivolta a Papa Francesco. La data è quella del 5 ottobre e il testo è in inglese. Non in latino (lingua ufficiale) né in spagnolo (lingua del pontefice) né in italiano (lingua ufficiale del vescovo di Roma). Spiega il Corriere della Sera:

Il documento sarebbe stato consegnato a Papa Francesco lunedì 5 ottobre e porterebbe la firma di 13 cardinali: tutti padri sinodali e tutti nomi della corrente conservatrice, che riterrebbero inadeguato l’«Instrumentum Laboris» come documento di partenza. Quattro di loro però, nel corso della giornata hanno smentito di avere mai sottoscritto la lettera e un altro, in un’intervista a Radio Vaticana, si è detto molto soddisfatto della prima settimana di lavori e non ha fatto cenno a documenti di critica.

(…) La notizia dell’esistenza della lettera, ripresa da Vatican Insider e in seguito da tutti i principali media, ha innescato la smentita di quattro padri sinodali, cosicché allo stato attuale i firmatari sarebbero nove. Nessuno dei quali, però, è uscito allo scoperto, confermando l’esistenza del documento o assumendosene la paternità; neppure il cardinale australiano George Pell, prefetto della Curia per l’economia, che ne sarebbe stato il latore. La prima smentita è arrivata dal cardinale Angelo Scola. Il suo portavoce, don Davide Milani, ha tenuto a ribadire a LaPresse che l’arcivescovo di Milano «non ha mai firmato né quella né nessun’altra lettera di quel tenore». Poi è arrivata la smentita del vicepresidente del Sinodo, il cardinale André Vingt-Trois. A queste si sono aggiunte quelle del cardinal Mauro Piacenza e del relatore del sinodo, Peter Erdo. Infine, l’arcivescovo di Caracas, il cardinal Jorge Liberato Urosa Savino, pur non facendo esplicito accenno alla lettera, ha rilasciato un’intervista a Radio Vaticana in cui ha definito la prima settimana di lavori «molto interessante, molto produttiva: un ambiente con molta libertà, con molta franchezza e fraternità».

 

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