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Sissy Trovato Mazza, tracce biologiche sulla pistola: sono dell’assassino?

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VENEZIA – Possibile svolta nelle indagini sulla morte di Sissy Trovato Mazza, l’agente di polizia penitenziaria di 29 anni di Taurianova (Reggio Calabria) morta lo scorso 12 gennaio dopo due anni di coma. Nel corso degli esami forensi sulla pistola Beretta calibro 9 in dotazione all’agente, che denunciò “fatti gravi” che riguardavano le sue colleghe, sono state rinvenute tracce di materiale biologico. Al momento non è ancora possibile sapere se si tratti di tracce di sangue della stessa Sissy o di altra natura. 

Ci vorranno due mesi per la perizia, scrive il sito della Polizia penitenziaria. Gli accertamenti sono stati disposi dalla Procura di Venezia, che ha nominato un pool di consulenti, e dal perito della famiglia Trovato Mazza, la dottoressa Anna Barbaro.

L’obiettivo era quello di analizzare la pistola in uso all’agente trovata priva di sensi riversa in una pozza di sangue nell’ascensore dell’ospedale veneziano in cui stava sorvegliando una detenuta che aveva da poco partorito. 

Gli accertamenti disposti dagli inquirenti veneti arrivano con grande ritardo. In un primo momento la Procura di Venezia aveva ipotizzato che Sissy si fosse suicidata e aveva chiesto l’archiviazione del caso, a cui si era opposta con forza la famiglia, che ha sempre sostenuto che l’agente non può essersi tolta la vita. Inoltre c’erano molte circostanze che mettevano il dubbio l’ipotesi di un suicidio per propendere per un omicidio. 

Sissy Trovato Mazza aveva infatti denunciato un presunto giro di droga e prostituzione all’interno dell’istituto penitenziario dove effettuava servizio e i problemi lavorativi che erano seguiti per lei alla denuncia. 

Le analisi delle tracce biologiche dovranno essere rapide: a fine febbraio scadranno, infatti, i 120 giorni concessi dal gip di Venezia alla Procura per approfondire le indagini, dopo l’accoglimento l’opposizione alla richiesta di archiviazione formulata dai legali della famiglia Trovato Mazza.

 

 

 

 

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