Skipass prezzi già aumentati del 10%: la neve non c’è ma si sono portati avanti con il lavoro

Un inevitabile aumento dei prezzi per fronteggiare l'impennata dei costi energetici e la consapevolezza che la crisi lascerà pesanti strascichi nei bilanci del prossimo anno.

di Redazione Blitz
Pubblicato il 13 Settembre 2022 - 10:43 OLTRE 6 MESI FA
skipass prezzi

Skipass prezzi già aumentati del 10%: la neve non c’è ma si sono portati avanti con il lavoro (foto ANSA)

Rincari per gli skipass, e non solo. A pagare saranno gli amanti degli sport alpini. Un inevitabile aumento dei prezzi per fronteggiare l’impennata dei costi energetici e la consapevolezza che la crisi lascerà pesanti strascichi nei bilanci del prossimo anno.

Caro energia, skipass aumenta del 10%

“Stiamo cercando di mantenere l’aumento il più possibile contenuto ma oltre alla “inflazione ciò che ci preoccupa di più è l’incremento del costo dell’energia elettrica. Manterremo l’aumento sotto al 10%”, aveva anticipato due settimane fa Ferruccio Fournier presidente dell’Associazione valdostana impianti a fune (Avif). Proprio dopo la richiesta di Fournier, il 2 settembre scorso il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, si era impegnato durante un incontro elettorale a Nus a segnalare al ministero della Transizione ecologica la richiesta delle società degli impianti a fune di essere inserite tra le imprese considerate energivore, in modo da poter beneficiare di eventuali aiuti del governo per questa categoria di aziende. 

“Stiamo cercando di mantenere l’aumento il più possibile contenuto. Ma dobbiamo tenere conto del rinnovo del contratto di lavoro degli addetti agli impianti a fune e dell’inflazione. Quello che ci preoccupa di più è l’incremento del costo dell’energia elettrica. Manterremo l’aumento sotto al 10%” per lo skipass stagionale valido nei comprensorio della Valle d’Aosta. Lo aveva anticipato due settimane fa all’ANSA Ferruccio Fournier, presidente dell’Associazione valdostana impianti a fune (Avif), in vista della pubblicazione, attesa nei prossimi giorni, delle tariffe per la stagione sciistica 2022-2023. Lo stagionale 2021-2022 costava 1.180 euro (1.393 compreso il comprensorio di Zermatt), 110 euro in più (130) rispetto a quello precedente.

Tra i comprensori in alcuni casi sono già state definite le tariffe per gli skipass giornalieri e plurigiornalieri della prossima stagione invernale. E’ il caso di Cervinia: per quello giornaliero l’aumento è dell’8,5% (da 47 a 51 euro), in alta stagione del 7,5% (da 53 a 57 euro). Più in generale, spiega Fournier, “ogni stazione farà le sue valutazioni in base alla tipologia della propria clientela”.

Pesa anche la neve artificiale

Per spiegare i costi crescenti dell’innevamento artificiale, Fournier prende ad esempio quanto accaduto durante l’ultima stagione: “Nell’inverno scorso ci siamo salvati grazie al contratto”, stipulato con Cva, “che ha garantito prezzi bloccati fino a giugno. Altrimenti ci sarebbero stati costi maggiori per 6 milioni di euro, pari al 7% del nostro fatturato, che è di 80 milioni. E parliamo delle tariffe dell’anno scorso, ora bisogna tener conto degli ulteriori aumenti che ci sono stati. Poi ci sono il prezzo del gasolio che oscilla e la complicata situazione climatica”. Inoltre “l’inflazione toglie potere d’acquisto alle famiglie, che hanno minori risorse da dedicare al tempo libero e allo svago sulle piste da sci. Siamo in una situazione di estrema incertezza”.

Hotel più cari

Un 10% che però potrebbe aumentare con il prezzo degli hotel. L’industria della montagna infatti in estate fissa i listini degli skipass per poi offrire ai tour operator, per esempio, i pacchetti “soggiorno più skipass”. Questo inverno il soggiorno sarà inevitabilmente più costoso, con un range di rincari al momento indicati tra il 20 e il 30%, a causa delle maggiori spese per il riscaldamento e la ristorazione. “Da mesi – avverte Gherardo Manaigo, titolare dell’Hotel de la Poste a Cortina d’Ampezzo – abbiamo aumentato le tariffe del 18% e questo rincaro non sarà sufficiente per superare il prossimo inverno. Mi sono confrontato con altri colleghi e sembra unanime che saremo costretti ad aumentare le tariffe, scoraggiando in mercato interno. Al momento le sole prenotazioni per l’inverno sono di stranieri”. Diversi gestori inoltre potrebbero tenere chiusi gli alberghi nelle settimane di bassa stagione, quando non si può contare sulla piena occupazione delle camere. Una scelta pesante, ma dettata solo da criteri di convenienza economica.