VICENZA – Gli smartphone ad alta quota sono fuori uso e così una coppia di escursionisti ha rischiato di rimanere assiderata. Sempre più persone accusano gli smartphone di invadere la nostra privacy, tra gps e social network, ma è quando siamo in difficoltà come in questo caso che non ci preoccupiamo certo se viene violata.
I due escursionisti sono rimasti bloccati dal buio e dalla neve a quota 1600 metri sul monte Pasubio, senza possibilità di segnalare la loro posizione perché non c’era copertura di rete gps per i loro telefoni.
Vittorio Bernardi sul Gazzettino racconta la vicenda di una coppia di amici impegnati in una escursione che sono rimasti bloccati a quota 1600 metri dal buio e dalla neve e in una zona dove il cellulare non aveva campo, non potendo così essere trovati dai soccorsi, che hanno impiegato 6 ore per raggiungerli:
“Dopo quasi sei ore di lavoro i dieci soccorritori verso le 22.15 hanno accompagnato alle rispettive auto i due amici che nel primo pomeriggio erano saliti fino alla Val Sorapache per scendere poi dal sentiero della Val del Pruche. Persa però la traccia dell’impegnativo itinerario che segue i salti di roccia di un torrente, la coppia ha cercato di tornare indietro, ma è rimasta bloccata dal buio e da 15 centimetri di neve.
Impauriti dalla prospettiva di trascorrere lì la notte i due amici hanno chiesto aiuto al 118. Il soccorso alpino di Arsiero allertato alle 16.30 ha tentato di ottenere laposizione Gps dei due tramite un’apposita applicazione con gli smarphone, senza riuscirci per la scarsa copertura telefonica. Così nel buio della notte una squadra ha iniziato a ridiscendere il sentiero dall’alto della Val del Pruche, mentre altre due squadre sono risalite dal basso, finché a 1.600 metri di quota hanno individuato la coppia di escursionisti dopo che aveva risposto a voce ai richiami dei soccorritori. Una volta raggiunti, i due amici sono stati rifocillati e aiutati a scendere in sicurezza fino alla conclusione del percorso dove sono saliti sulle rispettive auto”.