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Verona, altri 17 indagati. Favori a trafficanti, urina in faccia: cosa facevano gli agenti arrestati per tortura

Verona, oltre ai cinque poliziotti in servizio alle Volanti della Questura arrestati ce ne sono altri 17 sotto indagine nell’inchiesta della Procura di Verona su episodi di torture, maltrattamenti e peculato. Nei loro confronti la Procura della repubblica veronese ha avanzato al gip l’applicazione di misure interdittive, come la sospensione dal servizio o il trasferimento d’ufficio.

Verona, sono 17 i poliziotti indagati

Nell’ordinanza di custodia cautelare il giudice sottolinea che nei loro confronti “occorrerà fissare il preventivo interrogatorio prima della decisione”. Verrà dunque emessa un’altra ordinanza relativa a questi eventuali provvedimenti. Il Questore Roberto Massucci, come noto, ha comunque già disposto lo spostamento d’ufficio per 23 poliziotti in servizio al reparto Volanti. 

Gli arrestati avrebbero favorito trafficanti d’armi in cambio di accessi gratuiti in discoteca. Uno di loro si vantava con la fidanzata delle botte in questura: “Bam! Lui chiude gli occhi e va di sasso a terra.. Hai presente il ko?” Si parla di furti di bici e spray al peperoncino. Nel mirino finivano anche i senzatetto. Uno di loro racconta di essere stato costretto a pulire il pavimento dall’urina. 

Flavio Tosi: “Il reato di tortura va rivisto” 

Il centro destra, malgrado l’accaduto chiede la revisione del reato di tortura. Fratelli d’Italia, già da marzo ha dichiarato di volerlo abolire. Flavio Tosi, l’ex sindaco di Verona, si scaglia contro gli esponenti del Movimento Cinque Stelle che avrebbe creato una situazione troppo permissiva dove i delinquenti vanno ad approfittare. I poliziotti vanno difesi e le leggi sulla tortura vanno riviste. “All’estero fioccano manganellate in questi casi perché da noi no?” 

Patrizia Moretti,  mamma Federico Aldrovandi: “Finalmente si fanno le indagini” 

“Quello che mi sorprende non sono le torture, ahimé, ma che finalmente si fanno le indagini”. Reagisce così Patrizia Moretti, madre di Federico Aldrovandi. Suo figlio morì a 18 anni, il 25 settembre 2005, durante un controllo della polizia in un parco di Ferrara e per la morte quattro agenti furono condannati. “Di insabbiamenti – dice all’Ansa – ne abbiamo visti troppi, ormai ci rendiamo conto che il problema è sistemico. Il discorso delle mele marce è tramontato da un pezzo e tutte le rassicurazioni ricevute, da diversi livelli istituzionali, non hanno impedito che queste cose si ripetano: il problema esiste e va risolto dall’interno, speriamo che succeda. Se vicende come queste emergono e si fa un’indagine per approfondire è una buona cosa”. 

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