Sofiya Melnyk aveva 3 uomini: il geologo, il medico e il “cugino” morto suicida

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Sofiya Melnyk aveva 3 uomini: il geologo, il medico e il “cugino” morto suicida

TREVISO – C’erano almeno tre uomini nella vita di Sofiya Melnyk, la 43enne ucraina trovata morta in un dirupo sul Monte Grappa. Un geologo di 70 anni, un medico sessantenne di Treviso e il convivente, morto suicida 11 giorni dopo la scomparsa della bella ucraina.

Tutto fa pensare che a ucciderla sia stato proprio quest’ultimo: Pascal Daniel Albanese, nato in Francia da padre italiano e madre francese, trovato morto, impiccato, domenica 26 novembre nella sua villetta di via Jona a Cornuda.

Sofiya era svanita nel nulla il 15 novembre. Due giorni dopo, dinanzi al comandante dei carabinieri di Cornuda, si sono ritrovati tutti e tre, preoccupati per la donna che amavano e ognuno ignaro dell’esistenza degli altri due.

 

“Era la mia compagna da nove anni”, ha affermato il geologo settantenne di Rimini che vedeva Sofiya nei fine settimana. “Era la mia fidanzata da qualche mese”, ha puntualizzato il medico sessantenne che non sapeva nulla del geologo. “Signori, era la mia donna da sedici anni, abitavamo sotto lo stesso tetto”, ha aggiunto invece Pascal Albanese, 50 anni, sorprendendo gli altri due. A loro Sofiya lo che aveva sempre presentato come un “cugino”.

Col presunto “cugino” Sofiya viveva nella villetta di Cornuda che le era stata regalata dal geologo: per lei pagava un mutuo di 500 euro al mese. E in quella villetta, 11 giorni dopo, il misterioso “cugino” si è tolto la vita.

A detta delle amiche Sofiya voleva rifarsi una vita, col medico di Treviso, conosciuto poco prima del tragico epilogo. L’ipotesi più accreditata per gli inquirenti resta quindi quella di un omicidio suicidio scatenato dalla gelosia.

Pascal, se davvero lui è stato, l’avrebbe uccisa altrove e poi avrebbe gettato il corpo, avvolto in un sacco nero per l’immondizia da un dirupo all’altezza del terzo tornante della strada, ex militare, Cadorna. Il cadavere è stato scoperto la vigilia di Natale da alcuni cacciatori.

Non ci sono ancora certezze ma tutto porta all’omicidio-suicidio, si attendono gli esiti degli esami. Fra gli indizi, le chiavi della macchina che Sofiya aveva abbandonato la sera della scomparsa. Sono state trovate a casa di Pascal. E poi il fatto che non è stato lui a denunciare per primo la sua sparizione, ma il geologo. “Avevo chiamato più volte il “cugino” per chiedergli dove fosse Sofiya e lui mi aveva risposto che l’avrebbe fatta cercare”, aveva detto ai carabinieri.

Poi però quello che sapeva Pascal se lo è portato con sé nella tomba. Sua sorella, Carole, raggiunta dal Corriere della Sera, non sembra in realtà convinta della piega che stanno prendendo le indagini:

“Noi non lo sappiamo – ha detto – come non sapevamo nulla di questi amanti. Ci hanno sempre tenuto all’oscuro di tutto, eppure ci vedevamo sempre, tutti i Natali assieme quest’anno una pena mi stanno venendo dei dubbi sul suicidio di mio fratello e anche sul ritrovamento di lei”.

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