Frana Giampilieri, quei soldi sprecati: tra i consulenti un pianista

Giampilieri 2009 (lapresse)

GIAMPILIERI – Dopo l’alluvione sono arrivati i soldi, poi gli sprechi e lo stop e la consulenza data persino a un pianista. Era il primo ottobre del 2009, Giampilieri (Messina) si sgretolava sotto l’alluvione.

Poi sono stati stanziati 400 milioni di euro, in parte distribuiti a “tecnici” e consulenti.  Il resto della tranche della “salvezza” non può essere utilizzato perché 160 milioni sono vincolati dal patto di stabilità, i fondi sono bloccati. Non si può ricostruire per ora in quella terra che piange ancora 37 morti.

Non possono essere spesi fino al 2012, così ha stabilito il patto di stabilità regionale, secondo quanto scrive il Corriere della Sera. Adesso, 2011, è Barcellona Pozzo di Gotto a crollare sotto l’alluvione, anche lìì servono soldi che per ora mancano e c’è una pala per ogni dieci volontari.

“Se non hanno fatto niente per Giampilieri, figuriamoci per Barcellona”, ripetono gli abitanti. L’Ue ha messo a disposizione 185 milioni per rimboscare i terreni abbandonati, ma la Regione Sicilia ancora non ha deciso che farne.

Nel cassetto sono rimasti anche i 100 milioni di euro di fondi di Bruxelles destinati al rischio idrogeologico e a opere infrastrutturali: tutti i soldi per la prevenzione e l’emergenza quindi sono ancora fermi in attesa che qualcuno li usi.

“Il blocco dei fondi per il maltempo degli anni scorsi nel messinese è uno dei tanti frutti avvelenati di una legge che mi sono trovato a contrastare da solo o con poca compagnia, la norma milleproroghe”, dice il capo della Protezione civile nazionale, Gabrielli.

Filippo Panarello del Pd aggiunge: “Senza questi soldi, a Giampilieri non saranno risarciti i danni subiti dalle famiglie e dai negozianti, non saranno messi in sicurezza i costoni e gli sfollati rimarranno tali”

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